Finalmente il giusto riconoscimento per una sensibile esponente dell’arte Africana, scena variopinta ed estrosa che troppo spesso viene lasciata indietro da pubblico e critica ed ignorata dai magazine del settore. Wangechi Mutu, artista multimediale celebre per i suoi collages che si riferiscono alla diaspora africana in maniera fantastica e politicamente impegnata, ha infatti vinto la prima edizione del premio Artist Of The Year, competizione organizzata dal colosso bancario Deutsche Bank.
L’artista 37enne avrà in premio ad aprile una grande retrospettiva del suo lavoro ospitata dal Deutsche Guggenheim, istituzione gestita in partnership con il gruppo bancario. Una selezione di alcune sue opere su carta verrà in seguito acquistata dalla Deutsche Bank Collection e posizionata nei vari uffici sparsi per tutto il mondo. Wangechi Mutu è nata a Nairobi in Kenya ed oggi lavora a New York ed è stata proclamata vincitrice del premio da una giuria formata da Nancy Spector curatrice del Guggenheim di New York, Udo Kittelmann direttore della Nationalgalerie di Berlino e dai curatori indipendenti Okwui Enwezor e Hou Hanru. Enwezor, che conosce l’artista da oltre 15 anni e l’ha persino inclusa nella Biennale di Johannesburg del 1997, ha dichiarato che la decisione di assegnare il premio a Wangechi Mutu è nata dopo: ”una conversazione fra colleghi sulle nostre profonde passioni artistiche che ci hanno portato a scegliere la bravissima artista africana. Il suo intero lavoro è focalizzato sull’ecologia, l’archeologia e la politica, tutto ciò la rende un’artista incredibilmente interessante che si pone oltre le barriere dell’arte convenzionale”.
Noi non possiamo che essere contenti per questo successo dell’arte africana, l’unica considerazione che ci sentiamo in dovere di fare è che sebbene i curatori si trovino a collaborare nel corso della loro carriera con una miriade di artisti, ci si ritrova sempre a veder premiate amicizie e collaborazioni di vecchia data, un poco come è successo con Richard Wright per lo scorso Turner Prize. Comunque onore e merito a Wangechi Mutu.