Oggi inaugura presso il CRAA – Centro Ricerca Arte Attuale – Villa Giulia la mostra Schegge d’incanto. La mostra propone una serie di lavori fotografici, scultorei, installativi e video scelti in modo tale da offrire una panoramica completa e inedita del ventaglio di tematiche espressive che caratterizzano la poetica dei Masbedo, in una sorta di primo resoconto storico della loro attività svolta finora.
Il titolo dell’evento, direttamente desunto dall’opera Schegge d’incanto in fondo al dubbio (2009), video-installazione che ha riscosso il parere favorevole della critica all’interno del Padiglione Italia alla 53ª Biennale di Venezia, intende essere onnicomprensivo delle tematiche riguardanti le opere presentate. In un percorso di corrispondenze ragionate, il curatore Andrea Busto ripercorre le tappe fondamentali della produzione del celebre duo milanese (Nicolo’ Massazza e Jacopo Bedogni), soffermandosi sia sulle potenti e penetranti immagini fotografiche, evocative di atmosfere di inedito lirismo, sia – in modo preponderante – sulle parvenze suggestive e sulla pregnanza comunicativa del mezzo video, vera e propria valvola di sfogo delle loro pulsioni piu’ autentiche. I Masbedo con un linguaggio a volte espressionista, a volte piu’ delicato e intimista, inquadrano rappresentazioni e sentimenti fondanti dell’esperienza umana come l’amore, la sofferenza, le tensioni contraddittorie delle proprie aspirazioni, in una commistione di video-installazione, letteratura, recitazione e vita reale: gli stati mentali che caratterizzano i personaggi delle complesse opere si esprimono nei termini della solitudine, della mancanza di comunicazione, del crollo delle percezioni sensoriali, dell’indebolimento dei desideri, della dissoluzione dell’essere e del cinismo come scudo contro la realtà.
La loro ricerca, dopo aver metabolizzato precedenti importanti per la percezione sensibile, dalle atmosfere inquietanti dei film di David Lynch e Stanley Kubrick ai capolavori video di Bill Viola a Gary Hill, non teme piu’ il confronto con la veridicità delle immagini, con la perfezione o l’indotta imperfezione del visibile poiche’ la frontiera della comparazione e’ ormai travalicata in favore della visionarietà. Avvalendosi della collaborazione di illustri scrittori (Michel Houellebecq, Aldo Nove), poeti (Giancarlo Majorino), attori (Ernesto Mahieux, Juliette Binoche) e musicisti (Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo, Eugenio Finardi, Vittorio Cosma), i Masbedo utilizzano lo strumento video attingendo dalla costruzione cinematografica la maestria dei ritmi sincopati, della diluizione dei tempi lunghi, dei rimandi e della parcellizzazione dei nessi spaziali. Fotografia ipercurata, colori nitidi, musiche inedite e perturbanti sono alcuni degli elementi delle -messinscene-, girate in contesti paesaggistici affascinanti ed estremi: le scenografie naturali che i Masbedo scelgono come set dei loro lavori sono incontaminate e tortuose, fatte di acqua, lava, vulcani, ghiaccio, terra nera; nature che simboleggiano il senso di fine, nature energiche, impossibili da abitare, vuote di umanità, apocalittiche.
Questi contesti diventano il palco dove girare performance filmiche seducenti, un sipario perfetto per recitare l’assurdo, la lotta, la frattura interna alle cose: Nicolo’ e Jacopo sono infatti fermamente convinti che per scuotere l’individuo narcotizzato dal suo letargo sia necessario -colpirlo- plasticamente e psicologicamente con esperienze sensibili parossistiche.