La street art, lo dice il termine, è una forma artistica che raggiunge il suo apice espressivo all’interno del contesto urbano. Una volta traslata all’interno delle mura di una galleria o di un museo l’opera di street art perde la sua potenza e si trova totalmente decontestualizzata sino a smarrire il senso stesso della sua natura. Detto ciò, sorge il problema dell’approccio critico. Se un opera nasce nelle strade ed ivi rimane, allora anche gli scritti del critico di turno dovrebbero tener conto di questo habitat e magari avvicinarsi il più possibile al tessuto metropolitano più che alle istituzioni ed ai soliti luoghi dedicati all’arte.
La soluzione a questo problema è stata trovata da un giovane critico/curatore di Baltimora che risponde al nome di Hrag Vartanian. Trovatosi davanti ad una bellissima opera dello street artist Gaia, dal titolo St.John (2010) realizzata per la Baltimore Reservoir Hill, Hrag Vartanian si è ricordato di un esperimento che aveva progettato nel 2008 assieme all’artista. All’epoca i due discutevano della possibile creazione di una forma critica direttamente legata all’arte di strada. Il colloquio fra i due portò alla luce un reciproco interesse nell’esplorare i limiti del dialogo eseguito direttamente sull’opera di street art e non a posteriori fra le mura di una galleria o su di una pubblicazione editoriale. “La street art tende ad essere creata in spazi abbandonati che si riattivano grazie al lavoro dell’artista, un testo critico su di un opera di street art non può abbandonare questi spazi, ignorandoli completamente perché essi fanno parte dell’opera” dichiarò Gaia in quel colloquio di due anni fa ed oggi Hrag Vartanian , e memore di quelle parole, ha tentato di relazionarsi alle opere di street art direttamente sulla strada.
Il critico ha scritto un testo per il murale St. John e lo ha direttamente incollato nelle sue vicinanze, creando così una nuova forma di esegesi che non si separa dall’opera bensì ne imita la forma completandola in maniera del tutto naturale. Gli intenti del critico sono presto spiegati in una sua dichiarazione: “Un testo che appare sulle mura cittadine ci fa subito pensare ad un’inserzione pubblicitaria, pensiamo a qualcuno che voglia venderci qualcosa. In realtà anche un testo presente in galleria vuole invitarci a comprare l’opera. Io ho fatto questo esperimento per tentare di sottrarre la critica al mondo del commercio. Non è facile ma ci ho provato”. E dobbiamo aggiungere che l’esperimento di Hrag Vartanian è decisamente interessante.