La polizia dello Zimbabwe ha restituito ieri alcune foto raffiguranti il primo ministro Morgan Tsvangirai, le immagini erano state confiscate ad una galleria d’arte vittima di un raid 24 ore prima. Gli ufficiali del servizio d’ordine avevano sequestrato ben 66 fotografie dalla Gallery Delta di Harare ed avevano inoltre arrestato il capo di una organizzazione per i diritti umani nota come ZimRights, colpevole di aver organizzato la manifestazione. La polizia ha dichiarato che le immagini non potevano essere mostrate in pubblico perché raffiguravano corpi nudi o feriti ed inoltre gli organizzatori non sono riusciti a provare di essere in possesso dei consensi per esporre le foto da parte dei soggetti ritratti.
Fortunatamente gli attivisti per i diritti civili sono riusciti a vincere un ricorso alla corte suprema ed in tutta fretta sono rientrati in possesso delle fotografie, giusto in tempo per il vernissage della mostra a cui ha partecipato il primo ministro Morgan Tsvangirai assieme ad alcuni diplomatici. Dopo aver presidiato l’installazione a parete delle fotografie, Tsvangirai ha condannato il grave atto di censura: “Mentre alcuni di noi lottano ogni giorno per la libertà di parola, altri tentano di negare tale libertà. Quando ho appreso del tentativo di oscurare le foto mi sono molto adirato e dispiaciuto ma penso una cosa, i cambiamenti non possono essere fermati e so che a molti questo non piace ma tutto scorre come un flusso ininterrotto che non si può arrestare: Il futuro dello Zimbabwe è la democrazia”. Tuttavia, per stessa ammissione del primo ministro, la politica del paese compie ogni anno due passi in avanti e tre indietro. La mostra include immagini che documentano i fatti di sangue delle elezioni del 2008 dove furono uccise più di 200 persone. Le fotografie ritraggono Tsvangirai con la faccia gonfia e tumefatta, dopo un assalto della polizia. Altre foto invece, decisamente più brutali, offrono immagini di uomini con parti anatomiche mancanti. Il ritorno delle fotografie è stato salutato con uno scosciante applauso da parte di tutti gli ospiti accorsi alla galleria. Globartmag spera che l’arte contemporanea contribuisca a ad accelerare il processo di libertà in tutto il mondo.
Photo Copyright: Alexander Joe/AFP/Getty Images
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