Nell’universo ci sono cose impossibili da comprendere come i buchi neri, l’anti-gravità e tutte quelle particelle subatomiche che sfrecciano attorno a noi. Riuscire a dare una forma alla grandiosità che ha concepito l’intero creato e noi con esso è un’ardua prova emozionale ed intellettuale, proprio come il serpente che morde la sua coda. Possiamo però cercare di dare una forma a quello che vediamo, al cosmo ed alla nostra coscienza e questo è l’obiettivo della mostra Ouroboros: The History of the Universe, collage di mandala, galassie, astronauti ed effetti 3-D che in questi giorni è possibile ammirare alla Ise Cultural Foundation di SoHo a New York (dal 9 marzo al 23 aprile).
Alla fondazione lo spazio è completamente buio e le proiezioni si estendono su sei grandi schermi, basta infilarsi gli ormai celebri occhialini 3d (ditemi cosa non è in 3d in questi ultimi mesi) e buttarsi a capofitto all’interno del cosmo. La mostra è stata creata da Ali Hossaini (biochimico, filosofo, produttore televisivo e poeta visivo) e due giovani video artisti che rispondono ai nomi di Blake Shaw e Bruno Levy, meglio conosciuto come Sweatshoppe, mago degli effetti tridimensionali. Ouroboros è un animale mitologico dell’antica Grecia, un serpente che si morde la coda simbolo di unità cosmica ed autosufficienza. Hossaini ha dichiarato che l’obiettivo della mostra e quello di: “invertire il processo di divisione della nostra cultura. L’arte non può diventare scienza ma può avvicinarsi al senso di meraviglia che alimenta la ricerca degli scienziati. L’arte può inoltre aiutarci a ricordarci chi siamo e dove siamo”. I sei schermi della mostra sono posti in due trittici ai poli opposti dello spazio espositivo.
Su di un trittico sono proiettati delle forme sacre costituite da cerchi, triangoli e quadrati che si evolvono in cilindri ed altre configurazioni. Sull’altro trittico sono proiettate visioni astronomiche e biologiche come se si trattasse di una sorta di storia dell’universo dal Big Bang alla conquista della luna. Le 30.000 immagini proposte dagli artisti cambiano in maniera così veloce che sembrano quasi visioni subliminali. La qualità dell’effetto 3d non è proprio come quella di Avatar ma l’esperienza sensoriale è decisamente affascinante.