Parlando della morte presunta o reale della pittura vorremmo farvi conoscere Angela de la Cruz, autrice di opere tragicomiche che in qualche modo si riallacciano ad una sorta di analisi sulla caducità del mezzo pittorico. Solitamente Angela de la Cruz crea delle installazioni dove troneggiano oggetti di uno studio d’artista irreparabilmente distorti o rotti. Nella sua opera Still Life (Table) del 2000, l’artista ha inserito un tavolo del vecchio studio di Adrian Searle, quasi a voler simboleggiare l’intervento alieno della critica all’interno della creatività artistica.
Angela de la Cruz è una pittrice, ma i suoi quadri hanno tele strappate e sembra di vedere delle cose di tela, legno ed ovviamente pitturama come detto sono cose, oggetti persi in un’altra dimensione dove la figura dell’artista acquisisce un’identità più intima. Altri dipinti dell’artista sono realizzati su carcasse di armadietti di metallo e sezioni di vecchi guardaroba art deco, queste opere oscure rassomigliano a resti di animali morti.
Angela de la Cruz è nata in Galizia, nel nord est della Spagna, nel 1965 ma ha passato l’intera carriera a Londra. La capitale britannica le dedica in questi giorni la prima retrospettiva in un istituzione pubblica al Camden Arts Center di Londra che prende il titolo di After e rimarrà in visione dal 1 aprile al 30 maggio 2010.Oltre alle affascinanti opere di Angela de la Cruz, il Camden Center ospita (sempre nello stesso periodo) anche una retrospettiva dell’artista italiana Anna Maria Maiolino che da anni ormai lavora in Brasile.
L’artista divenne celebre tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni’70 periodo in chiave in cui la creatività brasiliana e le sperimentazioni artistiche lottavano contro le repressioni del regime. Alla mostra, dal titolo Continuous, Anna Maria Maiolino presenta una nuova installazione site-specific ed una selezione di video raccolti negli ultimi 30 anni di carriera. Doppio appuntamento imperdibile con l’arte contemporanea e con due artisti decisamente affascinanti.