La scena dell’arte contemporanea statunitense ha lanciato un nuovo protagonista ma questa volta sinceramente non è certo una figura di cui si sentiva il bisogno. Si tratta di Jennifer Rubell, autodefinitasi pioniera della conceptual food art. Va detto che bisognerebbe spiegare alla Rubell che gli interventi artistici che prevedono l’uso di materiali edibili sono stati sperimentati già decine e decine di anni fa, quindi queste ricerche non hanno nulla di pionieristico. Alcuni giorni fa Jennifer Rubell ha portato alcune delle sue stravaganti creazioni al Brooklyn Museum di New York in occasione del Brooklyn Ball 2010.
La stravagante cuoca (ci piace definirla così più che artista) ha presentato alcune installazioni edibili ispirate ad opere di grandi protagonisti del ventesimo secolo. Tra le opere riprodotte dalla Rubell figuravano Seedbed di Vito Acconci (1972), Fountain di Marcel Duchamp (1917), Ten Heads Circle/Up and Down di Bruce Nauman (1990) Painter di Paul McCarthy (1995), One: Number 31 di Jackson Pollock (1950) e How to Explain Pictures to a Dead Hare di Joseph Beuys (1965). Ovviamente ogni opera per essere mangiata deve essere distrutta e secondo la Rubell questa pratica catartica e partecipativa è il punto forte della sua arte.
Altra opera tristemente protagonista della serata è stata Self-Portrait (1986), riproduzione della testa di Andy Warhol a guisa di pignatta che è stata poi spaccata dai visitatori, Jerry Saltz incluso che ha sferrato un colpo alla bocca del povero artista. C’è da dire che ora tutto il sistema artocratico newyorchese è impazzito per Jennifer Rubell (figlia dei celebri collezionisti Mera e Don Rubell e qui si è svelato l’arcano della sua celebrità). Lo scorso autunno per l’apertura del Performa festival la Rubell aveva portato alcuni alberi di mele all’interno del Dia Center, la gente inoltre saltava su noccioline impilate sopra il pavimento e prendeva a martellate una replica di cioccolato dei coniglietti di Jeff Koons.
A giugno “l’artista” organizzerà la festa di matrimonio di Simon de Pury presidente della casa d’aste Phillips de Pury e l’evento si terrà alla Saatchi Gallery di Londra, un bel giro amicizie ci verrebbe da dire. “ Le mie installazioni sono interattive, ognuno è invitato a partecipare ed a compiere un’azione specifica che poi è quella di mangiare. Questo generalmente non succede con l’arte che fornisce un’interazione passiva” ha dichiarato Jennifer Rubell e a noi piacerebbe sapere se anche tutto il lavoro di Marina Abramovic rientra nella passività dell’arte.