Se pronunciamo il nome di Kurt Cobain, cosa vi viene in mente? forse penserete ai Nirvana ed alla scena del grunge rock di Seattle degli anni ’90 o forse questo nome vi fa pensare ad una rock star dannata e sfortunata che decise di togliersi la vita all’età di 27 anni. Cobain è morto 16 anni fa, nel 1994 e Nevermind, il più famoso album dei Nirvana ( Con più di 25 milioni di copie all’attivo) è il disco di maggiore successo commerciale del gruppo di Seattle.
Unanimemente considerato l’apice della produzione artistica della band e di tutto il genere grunge, è annoverato tra i migliori album discografici di ogni epoca ed ebbe tra i suoi meriti quello di aumentare la popolarità dell’alternative rock. In questi giorni il Seattle Art Museum ha organizzato un evento ambizioso semplicemente intitolato Kurt che si pone l’obiettivo di esplorare l’influenza del celebre musicista nei confronti dell’arte contemporanea. Ovvviamente non si tratta di una mostra di memorabilia con cd, chitarre o vestiti indossati dal cantante ma un evento con disegni, dipinti, fotografie e d installazioni creati da alcuni giovani nomi della scena statunitense come Elizabeth Peyton, Douglas Gordon, Daniel Guzman, Scott Fife, Jeffry Mitchell e Jessica Jackson Hutchins. Tutte le opere presenti all’evento partono da una sorta di connessione con Cobain.
In alcune questo legame è dolorosamente diretto come la fotografia di Cobain a Seattle scattata da Alice Wheeler. Altri artisti come Gretchen Bennett hanno invece cercato un approccio non iconico, rendendo la figura di Cobain simile ad un personaggio quotidiano, lontano dalla celebrità. L’evento in mostra dal 13 maggio fino al 9 giugno aiuterà a comprendere quanto la potenza di un antieroe come Kurt Cobain sia arrivata inalterata sino ai giorni nostri.