Vi abbiamo tenuto sempre informati sull’intera vicenda e siamo ora qui a comunicarvi che alla fine la corte di Manhattan ha negato l’esistenza della famigerata lista nera dell’arte contemporanea. Lo scorso giovedì la corte ha emanato il verdetto, giudicando aleatorie le accuse del collezionista Craig Robins, che aveva appunto accusato l’artista Marlene Dumas, assieme ad una serie di celebri dealers americani. Robins, stando a quanto dichiarato, sarebbe stato messo su una sorta di lista nera assieme ad altri collezionisti, colpevoli di rivendere troppo presto le opere degli artisti rappresentati da un giro di gallerie amiche e di pregiudicare così la giusta crescita di quotazioni degli stessi .
In parole povere tutti i collezionisti e galleristi presenti sulla lista, sempre secondo le parole di Robins, non possono più comprare opere d’arte dalla cerchia di dealers implicati nel giro. David Zwirner, ex dealer di Marlene Dumas ha poi confermato la presenza di una lista nera rivolta però a collezionisti accusati di aver speculato sulle opere dell’artista. Insomma alla fine il giudice ha ritenuto del tutto infondate le accuse di Robins che non sarebbero state supportate da prove concrete o quantomeno scritte. Tuttavia il giudice si è però espresso sull’intera faccenda dichiarando: “Il caso presenta una situazione del mondo dell’arte decisamente orrenda, fatta di liste nere, liste grigie ed esclusivismo simil-nobiliare. Il mercato inoltre sempra una sorta di raffinato bazar ed i collezionisti in questa confusione devono cercar di stare il più possibile in guardia”.
Insomma data la mancanza di prove il giudice non ha potuto far nulla ma è fin troppo evidente che qualche macchinazione ai danni dei poveri (forse non troppo) collezionisti deve esserci stata e non è nemmeno troppo irreale l’esistenza della tanto decantata lista nera. Del resto in un mondo dell’arte sempre più terra di nessuno è difficile regolamentare un mercato che per natura non vuole regole. I collezionisti sono avvisati, una volta entrati nella landa senza nome del mercato, può succedere di tutto.