Artista sciamano capace di stregare e intrattenere, attraversato dall’urgenza di plasmare e unificare le piu’ diverse forme espressive in una continua osmosi e ridefinizione dei confini fra arte e vita. E’ Nico Vascellari, il protagonista del progetto espositivo che verrà inaugurato venerdi’ 4 giugno a Museion. La mostra, a cura di Letizia Ragaglia, si inserisce nel programma di Museion dedicato alle diverse declinazioni della scultura. Il progetto di Vascellari ruota attorno ad un imponente monolite ottenuto dal calco di un frammento di montagna fatta esplodere per dare origine al lavoro. Dal calco e’ stata realizzata una fusione in bronzo che il giorno dell’inaugurazione diventerà la cassa di risonanza delle percussioni dell’artista, a loro volta amplificate dai musicisti Aaron Dilloway e C. Spencer Yeh. Accanto alla scultura verranno presentati una serie di collage – che hanno come tema il tramonto e sono intesi come studi per l’illuminazione della scultura stessa – assieme ad altri nuovi lavori. Dopo l’inaugurazione, anche la traccia sonora della performance inaugurale rimarrà nelle sale di Museion.
Partendo da una formazione underground come leader del gruppo punk-noise dei With Love, esperienza di recente rivisitata nel progetto Lago Morto sviluppato per la Kunstalle di Graz nel 2009, Vascellari si muove nel campo della cultura underground e delle arti visive utilizzando la fotografia, il video e la scultura, affidando alla performance la chiave interpretativa del suo lavoro. Le sue opere sono realizzate con i materiali piu’ diversi come stoffe, oggetti di uso comune o appartenenti alla tradizione, luci e strumenti di nuova generazione. Nella pratica artistica di Vascellari hanno un ruolo centrale la dimensione tribale e collettiva e la ricerca di un’esperienza in senso totale. Gli spazi che accolgono le sue performance sono densi e coinvolgenti. In questi luoghi aleggia l’improvvisazione e assume un ruolo primario l’interazione con il pubblico. Oltre a quest’aspetto, le sue azioni sono sempre alimentate dell’esperienza personale e sono la traduzione pubblica di situazioni domestiche, di gesti e citazioni di se’, sovrapposizione di riferimenti multiculturali dove si fondono il grottesco, il barocco, il quotidiano. Come nel lavoro con cui l’artista ha vinto il Premio internazionale della Performance organizzato dalla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento (2005) portando sulla scena tutta la sua famiglia: padre, madre e sorella sorreggono sopra di lui, mentre canta, una struttura in legno, costringendoli ad uno sforzo costante per mantenerla alzata.
Nel progetto a Museion l’approccio hardcore e la sua traduzione in linguaggio artistico entrano con la loro fisicità prorompente a partire dalla presenza stessa del monolite fino all’azione dell’artista e all’espansione sonora. Con questo lavoro Nico Vascellari si e’ confrontato con una dimensione a lui molto vicina come quella arcana della montagna, simbolo di trascendenza, del confine tra visibile ed invisibile. La montagna ricoperta di boschi e la vegetazione tout court sono spesso teatro delle sue performance ed anche -materia prima- dei suoi lavori: dalla natura per esempio provengono i nidi – anch’essi esposti in mostra – scardinati meticolosamente in innumerevoli frammenti, cosi’ come dalla pancia della montagna proviene la roccia esposta a Museion, già oggetto di una performance in occasione dell’inaugurazione di Lambretto Art Project a Milano nel 2009.