Miti, eroi di mondi lontani e supereroi del tempo presente, personaggi del mondo delle fiabe e dei romanzi, dei fumetti, del cinema, dei cartoons e della pubblicità sono i protagonisti della mostra Eroi Eroine. Iconologia e simulacro.
La mostra, infatti, attraverso la messa in scena di queste figure affascinanti che hanno segnato e caratterizzato la storia delle immagini dall’antichità ad oggi, vuole presentare un percorso che racconta la storia di questi personaggi fantastici. Gli artisti Maura Banfo, Roxy in the Box, Jan Fabre, Pierre Klossowsky, Oleg Kulik, Paolo Leonardo, Andrea Massaioli, Francesco Sena, Anne Schneider, Diego Scroppo, Mary Sue e Hung Tung-Lu diventano i registi di una pièce di attori-eroi: Lancillotto e Gulliver, Alice e Sailor Moon, Padre Pio e il Tuffatore di Paestum, la ballerina di Degas e il Chupa Chups, Ippocrate e i fratelli Lumière, i Vinti e gli antieroi. Un cast di icone, di figure, che diviene un luogo per scoprire i valori simbolici e culturali dei “nostri” eroi. I fiabeschi spazi del Castello di Rivalta di Torino si trasformano dal 12 al 18 giugno in un gigantesco libro di racconti per immagini, una successione di avventure e avvenimenti di mondi e personaggi seducenti che raccontano la storia della società attuale. L’esposizione, così, inquadra la possibilità altra dell’arte del presente di “risignificare” l’immagine nella società globalizzata, società nella quale l’immagine è divenuta uno strumento d’invasione mediatica di superficie.
Eroi Eroine. Iconologia e Simulacro si fonda su alcune riflessioni che hanno accompagnato la “storia delle idee” dal secolo scorso ad oggi soffermandosi, in modo particolare, su un momento determinante della “storia delle immagini” di cui il sociologo e filosofo francese Jean Baudrillard è stato attento narratore. L’estinzione del reale e la nascita dell’iperreale, la sparizione dell’arte e il grande tema del simulacro, sono, assieme alle nuove prospettive costituite dalla società dell’immagine e dell’iperconsumo simbolico-visuale, gli assunti attorno ai quali la mostra mette in evidenza la possibilità dell’arte attuale di ritagliarsi uno spazio di significato restituendo dignità all’immagine stessa. Così, Sick pharmacy di Diego Scroppo si presenta come l’insegna logo della mostra, la croce rovesciata della farmacia col suo angelo “in caduta” ci inserisce in questo mondo di icone, di eroi ed eroine che ci narrano le loro avventure.
Lancillotto-Jan Fabre che combatte contro se stesso; Napoleone-Kulik trionfante nella piazza Rossa di Mosca; Sailor Moon di Hung Tung-Lu, l’eroina manga rappresentata davanti ad una riproduzione di una pala d’altare pre-rinascimentale; i “santi eroi”, la Bat Madonna, il Super Jesus e l’Incredibile Pio di Roxy in the Box; Alice nel paese delle meraviglie di Maura Banfo, raccontata dalle mani sagge e sicure della nonna; l’ormai invecchiata ballerina di Degas di Anne Schneider; il Tuffatore nel suo slancio verso la creazione di una nuova vita di Andrea Massaioli; la lolita Mary Sue intenta a consumare il suo Chupa Chups gigante; gli eroi Vinti di Francesco Sena; i frame cinematografici di Paolo Leonardo; il Gulliver di Pierre Klossowski, diventano i protagonisti di una messa in scena, di una battaglia contro l’iperconsumo dell’immagine mediatica per tornare ad essere eroi, per riconquistare la loro dignità di “immagini di senso”. In questo confronto-combattimento, questo estenuante corpo a corpo con la globalizzazione comunicativa, le opere in mostra diventano rappresentazione delle metamorfosi dell’esistenza, messa in discussione del pensiero sul visibile, produzione di realtà e di riflessione, creazione.
Eroi Eroine. Iconologia e simulacro evidenzia, così, questo cortocircuito che l’arte è in grado di innestare per provare a rileggere le immagini come veicoli di conoscenza e di riflessione, come spazio critico per ricodificare il concetto e la pratica della seduzione, di quel rituale dello “scambio simbolico” dell’opera d’arte che prevede, immancabilmente, la partecipazione di due persone: l’autore e lo spettatore.