Come sarà il futuro? Chissa che tipo di mezzi di comunicazione o di locomozione useremo e chissà se riusciremo mai a sconfiggere la morte. Insomma tra macchine volanti, nanotecnologie e robot umanoidi, il futuro sarà sicuramente entusiasmante ma da qui a fare previsioni certe la strada è molto lunga e tortuosa.
L’arte è per natura visionaria ed è per questo che è stato chiesto a 50 artisti di fornire la loro personale immagine del futuro nel corso della mostra 50 Artists Photograph The Future, in visione alla Higher Pictures di New York fino al prossimo 3 luglio. Tra le tante fotografie esposte, l’unico dato veramente certo è che agli artisti la fantasia non manca di sicuro. La fotografa Mariah Robertson prevede ad esempio delle alternazioni anatomiche, una sorta di fusione tra mondo vegetale ed essere umano. Claire Pentecost suggerisce invece visioni di uomini simili a stomaci che camminano dotati di molteplici lingue. Secondo gli artisti in mostra il sesso non sparirà mai, anzi sarà più estroso e divertente che mai, almeno stando a quanto proposto dagli artisti K8 Hardy, Pradeep Dalal Daphne Fitzpatrick e Paul Mpagi Sepuya. Sul fronte della moda prevarrà invece la trasformazione ed il morphing, Luis Jacob e Chris Curreri hanno infatti predetto che le tute in spandex rosa detteranno legge mentre Julio Grinblatt ha creato una sorta di futuribile haute couture con bende e garze varie. Stramberie varie anche per Jamie Warrren ed il suo armadio per scarpe elettrificate e il collage cosmetico di Glen Fogel.
LaToya Ruby Frazier ha invece creato visioni di inusitati veicoli aerei. Magari i piloti di questi avveniristici mezzi indosseranno gli elmetti piramidali a metà tra il veneziano e l’egiziano proposti dal fantasioso fotografo Derrick Adams. Insomma tra figure inquietanti o semplicemente divertenti la mostra offre diversi spaccati di un possibile futuro. Sicuramente le cose andranno in maniera totalmente diversa ma a volte è bello volare con la fantasia, voi che ne dite?
Photo Copyright: Luis Jacob and Chris Curreri, “The Thing” (2008)