Un mistero lungo lungo 400 anni è stato risolto in questi giorni da un gruppo di esperti delle università di Bologna e Ravenna, guidato dall’esperienza di Giorgio Gruppioni, titolare della cattedra di Antropologia nella Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Bologna. Come già vi avevamo illustrato in alcuni precedenti articoli, il team di esperti aveva deciso di intraprendere un’ardua impresa, sarebbe a dire trovare i resti di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, accertare la loro provenienza e scoprire le cause della morte del grande maestro del chiaroscuro.
Nel 1610 Caravaggio, in preda alla febbre per presunte infezioni intestinali, dopo un lungo viaggio per mare, fu lasciato alle cure della locale Confraternita di Porto Ercole che il 18 luglio 1610 certificò la morte avvenuta nel loro ospedale. Le cause della morte rimasero misteriose, molti parlarono di tifo o malaria, mentre diversi libri di storia avanzarono l’ipotesi di un assassinio per questioni politico-religiose. Il team di Gruppioni ha deciso quindi di esumare le presunte spoglie dell’artista per condurre alcuni esami rivelatori. I resti ritrovati nell’ossario di Porto Ercole sono stati quindi sottoposti all’esame del DNA. Successivamente è stato condotto un esame al carbonio per datare le spoglie. Alla fine degli esami gli esperti sono stati concordi nel dichiarare i resti ritrovati come le spoglie originali di Caravaggio.
Tramite gli esami i ricercatori sono inoltre giunti, in questi ultimi giorni, ad una sensazionale scoperta: i livelli di piombo all’interno delle ossa del grande maestro sono tali da poter uccidere un uomo e da renderlo folle ( questo spiegherebbe il comportamento rissoso di Caravaggio) dato che questo metallo provoca provoca demenza, sterilità ed altre gravi patologie. Il carbonato di piombo (ed altri suoi derivati) era un elemento fondamentale per la pittura antica.
Il famoso metallo era infatti presente in quasi tutti i colori per pittura (ad esempio il bianco di piombo fu uno dei colori più usati della storia). Caravaggio fu quindi (presumibilmente) vittima di un avvelenamento, ma non di un assassinio, poichè fu ucciso dalla sua stessa arte. I resti del pittore saranno esposti nella sala consiliare del municipio di Ravenna dalle 10 alle 12 di sabato 19 giugno. Successivamente la teca con le spoglie ripartirà per la sua collocazione definitiva a Porto Ercole.