The Hole di Joe Dante è un film che è stato presentato Fuori Concorso alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2009, ed è nelle sale italiane solo da questo giugno. Il regista di The Gremlins, film di culto degli anni Ottanta, Joe Dante si forma, come molti dei migliori registi non solo di horror americani alla New World Pictures, lo studio creato da Roger Corman nel 1970, di cui era uno dei numerosi assistenti. In questo film in 3D, a mio avviso, la cosa più interessante è forse la sua maniera di affrontare la profondità di campo con le possibilità del 3D.
Sebbene i richiami a certo cinema horror siano parecchi, da Shining ai film giapponesi, ma soprattutto si notano somiglianze con Poltergeist, e via fino ad ammiccare, nel costruttore di lampade a forma di occhi al giocattolaio di Blade Runner e molti altri; pare che tutte le strizzate d’occhio di Dante, rimangano qui tali…
Il film non si chiude in un nuovo progetto, né in un post-moderno futurismo di rimandi, che avrebbe dovuto, alla fine, compattarsi attorno ad un originalità di invenzioni o di riutilizzi, o quantomeno in una parodia più esplicita. Interessante invece l’uso della nuova tecnologia. Non sono presenti vertiginose acrobazie, almeno non quante in Avatar, né oggetti lanciati verso il pubblico, come spesso in Alice, ma lo scenario 3D diventa suggestivo sfondamento dimensionale.
Molto interessanti anche le visionarie scene finali, girate “dentro” al buco-varco dimensionale. Un po’ meno interessante la morale-cornice che fa da pretesto narrativo, e che pare non chiudersi in nuovo ragionamento narrativo o letterario.