“Sono incredibilmente dispiaciuta e preoccupata, questa decisione della corte potrebbe gettare il mondo dell’arte contemporanea russa in un uno stato di profondo sconforto. A rimetterci potrebbe essere la nostra reputazione” queste pesanti parole sono state pronunciate proprio ieri da Tatiana Arzamasova, esponente di spicco della nuova arte contemporanea sovietica nonchè componente del celebre gruppo AES+F in merito alla decisione del giudice Svetlana Aleksandrova. Il tribunale di Mosca ha infatti condannato ( ma non imprigionato ) per incitamento all’odio Jurij Samodurov e Andrej Erofeev, curatori della mostra Arte Proibita 2006 che si è tenuta nel centro culturale Sakharov appunto quattro anni or sono.
I due curatori sono quindi stati condannati a tre anni di prigione, trasformati successivamente in sanzioni pecuniarie da 200mila e 150mila rubli (5.100 e 3.800 euro circa ). La denuncia era stata precedentemente inoltrata dal Consiglio del Popolo, un gruppo nazionalista ortodosso. A scatenare le ire del gruppo , alcune opere come un Cristo con sembianze di Topolino ed una rappresentazione della Vergine Maria colma di caviale Beluga. Anche un’altra opera raffigurante il Cremlino totalmente assediato da persone di nazionalità cinese ha certamente contribuito ad accendere la miccia delle polemiche. A nulla è valsa la difesa del ministro per la Cultura Aleksandr Avdeev che aveva speso alcune buone parole per i due poveri curatori. Anche un gruppo di artisti russi aveva tentato di aiutare Samodurov ed Erofeev, stilando una lettera aperta rivolta al presidente Dmitrij Medvedev con una richiesta di sospensione del processo.
Sembra quindi che la Russia abbia scelto di mettere il bavaglio alla sua cultura ma AES+F (che come ricordiamo annovera anche gli artisti Lev Evzovich, Evgeny Svyatsky e Vladimir Fridkes) non ci stanno: “Queste sono questioni artistiche, un tribunale non dovrebbe mettere il naso in cose che non lo riguardano. La condanna è decisamente una brutta notizia”. Ci uniamo alle dichiarazioni di AES+F, sperando ad un ripensamento dell’ultima ora.