La marea nera provocata dalla British Petroleum nel golfo del Messico non accenna a diminuire e sono ormai inestimabili i danni ambientali causati dall’esplosione della piattaforma petrolifera carica di greggio. La fotografa Jane Fulton Alt risiede vicino le coste del Lake Michigan ma si è sentita in dovere di documentare un disastro che ben presto potrebbe bussare alla porta di casa di qualunque cittadino del mondo.
L’artista ha così deciso di creare il progetto Crude Awakening, un gioco di parole tra brusco risveglio e risveglio al petrolio, un’esigenza di documentare l’irreparabile danno nata da una profonda anima ambientalista: “La falla che scarica circa 60mila barili di greggio al giorno è in sostanza una vera e propria catastrofe per qualunque forma di vita che popola le spiagge “. C’è da dire che Jane Fulton Alt nelle sue foto è riuscita a catturare la drammaticità degli effetti di tale disastro pur non recandosi nel Golfo Del Messico.
La fotografa ha infatti fotografato dei bagnanti in spiaggia e li ha coperti con una sostanza simile al petrolio. L’effetto è agghiacciante poiché le persone sembrano simili a poveri volatili coperti dall’oro nero, scene che tutti noi abbiamo visto sin troppe volte nei telegiornali di queste scorse settimane.
Madri, padri, bambini, intere famiglie al mare si stagliano davanti all’obiettivo manifestando la loro impotenza davanti al disastro ambientale. Le immagini oggettivizzano la follia umana, caratterizzata dal voler incessantemente distruggere le risorse della madre terra. Quello immaginato dalla fotografa potrebbe essere un futuro assai prossimo e la cosa dovrebbe metterci un tantino in allerta.
L’ambiente e la natura in genere sono una priorità per Jane Fulton Alt, qualche tempo fa infatti la coraggiosa artista ha documentato nel libro fotografico Look and Leave, i devastanti effetti dell’uragano Katrina uno dei cinque più gravi uragani della storia degli Stati Uniti che nell’agosto del 2005 ha letteralmente raso al suolo New Orleans.
Hackatao 20 Luglio 2010 il 08:42
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