Mi immagino Francesca Woodman come un’eterna adolescente. Di solito, quando si è giovani, ma non più bambini, si lotta per dimostrare agli adulti che si è diventati come loro. Oppure si fa di tutto per dimostrare che si è veri Peter Pan, però vi sfido a trovare una persona che abbia voglia di restare in quel limbo di vita che è l’adolescenza. Così difficile da attraversare, così pesante e carico di pesi e aspettative, si corre per uscirne subito, nonostante quello che viene dopo non sia così allettante. Francesca Woodman non ne uscì mai, viveva con gravità, come gli adolescenti.
A Milano vengono esposte fino a metà ottobre più di cento fotografie, delle quali alcune inedite, che tracciano chiaramente il profilo di una ragazza incapace di nascondersi, di proteggersi. Nessun sentimento positivo, ma neppure rabbia, nei suoi occhi si legge tristezza, stanchezza, ansia, rassegnazione. Un velo lieve di malinconia e un pizzico di curiosità per vedere l’effetto che fa. Perché in fondo era giovane e la vita le scorreva dentro, nonostante tutto. Aveva le braccia forti per appendersi, per dipingere, per lavorare sodo all’unica cosa che la poteva salvare: la sua arte. Un potenziale talmente grande che probabilmente era impossibile conviverci.
Credo non sia necessario scrivere molto su questa mostra, perché l’emozione che l’arte in genere dovrebbe trasmettere è proprio quella sottile e indecifrabile che percepiamo dentro, ma non riusciamo ad esprimere e Francesca Woodman parla esattamente questo linguaggio.
Preparatevi ad un’esperienza totalizzante perché l’aria condizionata non è contemplata a Palazzo della Ragione e quello che provi ti si appiccica, letteralmente, addosso. Inoltre bisogna dire che l’allestimento penalizza decisamente le fotografie: piccole e male illuminate a tal punto che sembrano quasi stampate su un A4 con la stampante di casa. I percorsi tematici poco chiari e i video poco valorizzati, messi in sequenza su un televisore in una nicchia.
Nonostante ciò, grazie alle fotografie intense e mai banali, consiglio sinceramente una visita, anche solo per ricordarci cosa si prova ad attraversare l’adolescenza, a scoprire la realtà; per ritrovare le tracce di quelle sensazioni vischiose, che non ci abbandonano mai e che serve sempre riscoprire. Nel mio essere cinica a tutti i costi mi chiedo dove sarebbe oggi se non si fosse tolta la vita o forse, questo nodo allo stomaco, è solo un pizzico di invidia per una ragazza che non aveva paura di mettere a nudo l’anima a soli 22 anni.
Info:
“Francesca Woodman”, dal 16 luglio al 24 ottobre 2010, Palazzo della Ragione, piazza Mercanti, Milano.
Orari: martedì-domenica 9.30 – 19.30, giovedì 9.30-22.30, lunedì 14.30 – 19.30
Ingresso: € 8,00 intero, € 6,50 ridotto.
Informazioni: 02-4335.3522
Catalogo: Silvana Editoriale