L’ormai celebre tormentone estivo che vede protagoniste due colorite ragazze intervistate in quel di Ostia è talmente presente su web e Tv che la società dello spettacolo le ha subito rese carne da macello da offrire in pasto ai videodipendenti. Sono in molti a ridere del marcato accento delle due bagnanti che ingenuamente si concedono all’obbiettivo in tutta la loro veracità. Eppure centinaia di migliaia di romani parlano in tal guisa tutti i giorni e nessuno si è mai sognato di considerarli come risibili personaggi degni di apparire sulle prime pagine dei quotidiani.
“Stamo affà la colla” al posto di “Stiamo sudando molto” è un’espressione in newspeak che paragonata a quello che si sente e si legge oggigiorno non è così esagerata da suscitare sguaiate risate. Forse si ride perché le due giovani non riescono ad esprimersi in maniera più “alta” anche se sono consce del fatto che il loro volto apparirà nelle case di milioni di italiani. Comunque sia le bagnanti hanno raggiunto un subitaneo successo e sembrano goderselo in pieno, da brave “romane de roma”. Questo newspeak fatto di neologismi improbabili, sgrammaticature forzate ( o meno ) ed incidenti estetici ha contribuito a creare alcuni miti anche nel dorato e patinato mondo dell’arte contemporanea. Abbiamo storici e critici che sbraitano in televisione, altri scrivono libri arrembanti che forniscono una visione storica simile a quella offerta da Novella 2000, il tutto ovviamente senza il minimo riscontro bibliografico. Tali libri diventano bestsellers ed i lettori vengono bombardati da pettegolezzi inutili, redatti nel totale disprezzo della lingua italiana. Inoltre maggior parte di queste pubblicazioni possiede capitoli che potrebbero tranquillamente intitolarsi “Damien Hirst, Er Calippo e ‘na bira”.
Ma se ciò non bastasse, abbiamo magazine d’arte che recensiscono eventi parrocchiali tramutandoli in mostre imperdibili, abbiamo musei d’arte contemporanea con sale in affitto, dedicate ad artisti senza creatività ma con molti soldi. Infine, a questa lista potremmo anche aggiungere la scrivente che molto spesso propone notizie con gossip di arte contemporanea. C’è ben poco da ridere poiché siamo in tanti a gustare Calippo e bira come siamo in tanti a venderli.
pier 27 Luglio 2010 il 19:17
bel articolo, complimenti