Parlando ancora di film che in Italia non sono usciti (e non usciranno mai) voglio segnalare Primer. Si tratta di un film indipendente del 2004, interamente girato a Dallas e costato ai produttori soltanto circa 7000 dollari. Il film è completamente basato su una splendida e nuova intuizione nelle trame di fantascienza, ed è stato scritto, diretto, prodotto e interpretato da Shane Carruth.
Ha vinto il Gran Premio della giuria per il miglior film drammatico al Sundance Film Festival sempre nel 2004. Non esiste alcuna versione doppiata in italiano, ma, fortunatamente, da poco, qualcuno è riuscito a rendere disponibile una versione sottotitolata, che personalmente non ho ancora trovato.
Il film mescola thriller, fantascienza, azione drammatica e complesse teorie spazio dimensionali. Due giovani ingegneri, Aaron, ossia Shane Carruth stesso e Abe (David Sullivan), grazie a del palladio, ricavato da marmitte catalitiche e a tubi di rame estratti da un semplice frigorifero, creano una paradossale macchina del tempo. La tipologia è però completamente nuova: la macchina non sposta il tempo ma crea dei doppi nella linea del tempo.
Il viaggiatore rimane sei ore in attesa di poter uscire dalla struttura ma contemporaneamente esce nel momento stesso dell’accensione. Si creano dei doppi di se stessi, come detto. Il se stesso che viaggia a ritroso nel tempo abbandona quindi la sua vita per non interferire col suo doppio, che tornerà sulla scena sei ore dopo, e si reca in dei motel o inizia a viaggiare. Egli è paradossalmente libero (o prigioniero) di non vivere più la sua vita precedente. La definizione di viaggio nel tempo che sviluppa il film è assolutamente nuova, e le implicazioni di sviluppo cinematografiche numerose e complesse.
Un film con toni riflessivi, che parla della vita e del tempo, e che ti lascia lavorare su vari livelli di speculazione mentale all’interno dei generi e della narrativa.