Dal 13 agosto fino al 3 ottobre 2010 la Villa Sulis di Castelnovo del Friuli, ospiterà un’interessante mostra dal titolo De luce primigenia, dedicata alle spettacolari immagini realizzate da William Fox Henry Talbot. Il CRAF conserva nei suoi archivi una preziosa collezione di 50 calotipi realizzati dallo Science Museum di Bradford dai calotipi originali di Fox Talbot prodotti in occasione del 150° anniversario dell’invenzione della fotografia.
I primi esperimenti di William Fox Henry Talbot (Melbury, Dorset, 11 febbraio 1800 – Lacock Abbey, Wiltshire, 17 settembre 1877) nel campo della riproduzione di immagini furono portati a termine nella primavera del 1834 a Lacock Abbey. Copri’ dei fogli di carta da scrivere con una soluzione di sale comune e nitrato d’argento, rendendoli sensibili alla luce. Fu sufficiente posare una foglia sulla carta ed esporla alla luce per rendere scure le zone non protette dalla luce. Ottenne cosi’ un negativo della foglia. Chiamo’ questa tecnica shadowgraph, sciadografia. A Ginevra Talbot scopri’ che l’immagine poteva essere stabilizzata (quindi non piu’ ricettiva alla luce) lavando il foglio con dello iodato di potassio oppure con una forte concentrazione di sale. Questa procedura fu chiamata fissaggio, termine proposto da Herschel.
L’unione delle sue ricerche sulla luce gli fruttarono l’invenzione che lo rese famoso, la Calotipia detta anche Talbotipia, dal suo nome. Si tratta di un procedimento fotografico che permetteva la riproduzione delle immagini con il metodo negativo/positivo. Fu presentata alla Royal Society sette mesi dopo quella di Louis Daguerre, il dagherrotipo. Questo ritardo assieme alla laboriosità del procedimento rispetto a quello presentato da Da guerre, svaluto’ la calotipia. Per le sue scoperte nel campo della fotografia ricevette nel 1842 la medaglia Rumford dalla Royal Society.
Nel 1844 pubblico’ il volume The Pencil of nature, contenente 24 calotipi. In seguito pero’ la calotipia guadagno’ credito perche’ utilizzata per l’illustrazione a stampa: il negativo era inciso su lastre di rame e l’immagine riprodotta su una rotativa.