Parte con tante novità questa nuova edizione di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma: nuova location della manifestazione a MACRO Testaccio, nuove date (23 settembre – 24 ottobre) e un team di tre curatori che affiancano il lavoro di Marco Delogu, direttore artistico del festival: Marc Prust (fotografia ed editoria), Valentina Tanni (fotografia e new media) e Paul Wombell (fotografia e arte contemporanea). FotoGrafia è promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali con il sostegno della Fondazione Roma e, a partire da quest’anno, con la produzione di Zétema Progetto Cultura.
Il tema della nona edizione di FotoGrafia è FUTURSPECTIVES, ovvero “può la fotografia interpretare il futuro?”. Questo paradosso è subito evidente nel lavoro di Paul Wombell per la sua mostra della sezione fotografia e arte contemporanea “Bumpy ride”. D’abitudine si discute di fotografia al passato. Una volta che una foto è stata scattata, rimanda indietro nel tempo ed in qualche modo diventa storia. Ma alcuni fotografi stanno mettendo in dubbio questa premessa, realizzando immagini che guardano in avanti e non indietro. Sono fotografi che lavorano più come scrittori del genere “science fiction”, usando il processo fotografico per immaginare come il futuro potrebbe apparire. “Bumpy ride” raccoglie il lavoro di fotografi contemporanei come Peter Bialobrzeski, Sonja Brass, Cedric Delsaux, Jill Greenberg, lkka Halso, Mirko Martin e O Zhang che usano sia il digitale che l’analogico e che stanno sfidando le nostre aspettative di ciò che si vede in un’immagine.
Una domanda che avrà un altro tentativo di risposta ed interpretazione nella ricerca compiuta da Valentina Tanni per la sezione fotografia e new media. L’incontro tra la fotografia e i nuovi media vive un eterno presente. È già avvenuto, ma continua a succedere. Per questo, la sezione del Festival dedicata a questo tema debutta con una mostra intitolata “Maps and legends”, un progetto che si pone come obiettivo la mappatura di un territorio in continua evoluzione. Una cartografia in progress sulle relazioni che la pratica fotografica sta intessendo con il mondo della Rete, con la sua cultura, il suo linguaggio, il suo immaginario. Accanto alle mappe, anche le legende, indispensabili per decifrarle. Ma soprattutto le leggende, i miti, le narrazioni. Tutto quello che fa del web un vero e proprio luogo, dotato di storia e di cultura. Dalle gif animate alle fotografie nei mondi virtuali; dalle immagini di Google Street Views agli scatti che cambiano in tempo reale con il flusso dei dati. Fino alla macchina fotografica che cattura il tempo, invece dello spazio. Dieci fotografi, Marco Cadioli (Italia), Martijn Hendriks (Paesi Bassi), Justin Kemp (USA), Jaime Martinez (Messico), Filippo Minelli (Italia), Sascha Pohflepp (Germania), Jon Rafman (Canada), Phillip Toledano (USA), Harm Van den Dorpel (Paesi Bassi) e Carlo Zanni (Italia). per una mostra che prova a scrutare nel futuro – o forse dovremmo dire nel presente continuo – della fotografia.
Last but not least, la sezione su fotografia e editoria curata da Marc Prust. La mostra, come lascia intuire il titolo: “unpublished – unknown”, presenta una selezione di lavori ancora non pubblicati. La domanda che è dietro l’indagine del curatore è: si può affermare che una fotografia che non è stata vista da nessun altro al di fuori del fotografo esiste? Possiamo parlare di un secondo “istante decisivo” dopo quello dello scatto di Henri Cartier Bresson, ovvero quello in cui la foto stessa viene pubblicata? Quindi, più che una mostra di lavori non pubblicati, si tratta di una mostra di lavori non ancora completati, perché dovrebbero ma non hanno ancora superato il passaggio di questo secondo decisivo momento: la pubblicazione.
Con il suo spostamento a settembre il Festival diventa il primo appuntamento della stagione internazionale, ospitando anche, in anteprima assoluta, la nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia: Mutations 3 – Public Image, Private Views, curata da Emiliano Paoletti, che presenta tra l’altro The Sochi Project di Rob Hornstra e Arnold Van Bruggen, un progetto di slowjournalism, finanziato via web, per documentare i cambiamenti nella regione russa che nel 2014 ospiterà le Olimpiadi invernali.
Quest’anno la Commissione Roma, giunta all’ottava edizione, è stata affidata a Tod Papageorge, il grande fotografo americano e capostipite della Scuola di Yale, da cui provengono tra gli altri Gregory Crewdson e Philip Lorca di Corcia.
A partire da quest’anno il Festival si arricchisce della collaborazione con il MACRO, che conferma la propria vocazione ad aprirsi alla città del fotografo roma, proponendosi come casa diffusa delle immagini per il pubblico nazionale e internazionale. Proprio in questa direzione va la scelta di coinvolgere completamente i due padiglioni del MACRO a Testaccio, la sede del Museo votata alle grandi manifestazioni collettive.
Tra i tanti cambiamenti, alcune importanti conferme: è previsto anche quest’anno un circuito di gallerie per promuovere e valorizzare artisti ed operatori locali; ancora una volta saranno coinvolte le più importanti Accademie e Istituti di Cultura internazionali, come l’American Academy in Rome, Villa Medici-Accademia di Francia e la Reale Accademia di Spagna, che presenteranno progetti appositamente realizzati per FotoGrafia. Viene inoltre confermato il Premio IILA FotoGrafia per la giovane fotografia sudamericana, di cui verrà presentato: “Impero del sole”, il lavoro su Roma del vincitore della passata edizione José Manuel Castrellón; è infine prevista l’attesa mostra “Ecclesia” di Giuliano Matteucci, vincitore del Premio Baume & Mercier.