Predator è un film fanta-horror del 1987, diretto da John McTiernan. E’ ambientato in una giungla. Un alieno è giunto sulla Terra per andare a caccia di esseri umani, nessuna sopravvivenza: pura esercitazione, gioco. Il film fu un grande successo. Tecnicamente all’avanguardia: la tuta che rende trasparente l’alieno era al momento una trovata di tutto rispetto. La trama, la storia, e la psicologia dei personaggi apparivano povere per i tempi, spesso solo accennate… a quanto pare la tendenza gli ha dato ragione. A rivederlo adesso sembra addirittura romanzato.
Predator del 2009 fa sentire con chiarezza che i tempi sono cambiati: ambientato su un altro pianeta, l’attenzione ora è solo e soltanto sui ritmi. La psicologia dei personaggi è men che accennata e in alcuni casi inesistente o inconsistente, non sappiamo nulla del loro passato o della loro vita, ci basta sapere che si tratta di guerrieri, di “gente che non scherza”… e con questa frase si chiude la presentazione.
I rapporti tra i personaggi non si capiscono, forse c’è un passato, uno dei personaggi conosce la vegetazione del nuovo pianeta in cui non erano mai stati, sa che una pianta è velenosa, mi illumino, mi immagino sia un indizio di una trama, lui c’è già stato e forse è un traditore. Quest’indizio invece non avrà sviluppi narrativi chiari, ci dice che lui non è chi sembra, ma nessuno ci dirà chi è da dove viene né perché è li.
Oggi non c’è più tempo per giocare alle trame: effetti, botte e colpi di scena adrenalinici… strutturato come un video gioco, come molti film d’azione non ha però il livello estremo e divertito di Crank, o l’eleganza da gioco mortale di Battle Royal… Ricorda invece da vicino Alien vs Predator. Molto bella tuttavia la sfida tra il predatore e il giapponese, non si capisce perché il predatore non gli spari ma sembra una scena di un altro cinema, quello giapponese, in cui lo svelarsi eroico del tatuato silenzioso avrebbe avuto tutto un altro senso, alla Takashi Miike per intenderci.