Esistono ancora artisti propositivi? esistono ancora creativi dotati di senno e sana voglia di emergere al posto del solito carburante a base di rabbia, invidia ed accidia? La risposta è si, ve ne sono parecchi e la scrivente ha persino avuto l’onore di poter lavorare con alcuni di essi, nella sua pur breve carriera.
Sussiste però nel nostro belpaese una frangia ostile di artisti o presunti tali che riempie le testate giornalistiche, i blog ed i magazine del contemporaneo di accuse ed ingiurie rivolte a questo o a quel rivale in arme, tacciandolo spesso di nepotismo o di totale incompetenza. Questa categoria sociale ha il pregevole vezzo di non risparmiar niente e nessuno, gettando nel calderone infernale critici, giornalisti, artisti, galleristi e curatori, in nome della verità e con l’ambizione di svelare inciuci e giretti del sistema nazionalpopolare i quali non sono poi così nascosti. Anche la scrivente ha spesso pubblicato (e pubblicherà ancora) articoli tesi ad evidenziare gli aspetti più insipienti ed insalubri del nostro baraccone-arte ma è pur vero che quando si lavora in sottrazione, per non corrompere un equilibrio, bisogna poi riempire in positivo l’altro piatto della bilancia e magari proporre della buona arte o sottolineare ciò che funziona. Tale pratica obiettiva è però una funzione mancante nell’animo dei già citati pseudo-artisti che tolgono e non aggiungono, non propongono mai una reale alternativa al di fuori della loro arte che viene sistematicamente ignorata dalle istituzioni corrotte, quando anch’essi corrotti vorrebbero essere per partecipare ad una mostra in Cina o per ritagliarsi un posticino in una qualsiasi fiera.
A volte è veramente difficile abbandonare la minuta e semplice lista dei difetti per stilare la grande e difficile lista delle bellezze, specialmente quelle altrui. Tale comportamento sarebbe più sano, fermo restando che lavorare alla propria arte è certamente più produttivo che spendere la giornata ad offendere coloro i quali, purtoppo (o per fortuna), agiscono invece di chiacchierare.
Photo: Ben Vautier, L’arte è una parola