Come molti di voi ricorderanno nell’edizione del 2007 della Biennale di Venezia, luna buona parte delle opere in mostra erano concentrate sul conflitto in Iraq. Nedko Solakov ad esempio aveva messo in scena una surreale installazione con dipinti e video riguardanti una disputa sui diritti del popolare fucile Ak-47 mentre Emily Prince aveva creato una gigantesca mappa degli Stati Uniti formata da piccole tessere con ritratti a matita dei soldati americani morti in Iraq.
Leon ferrari inoltre aveva piazzato un Cristo crocifisso su di un caccia bombardiere americano mentre Charles Gaines aveva creato un modellino meccanico di New York con tanto di aeroplano in rotta verso le Torri Gemelle. Insomma la Biennale di Robert Storr era decisamente concentrata sulla morte, sul terrorismo ed in particolare sulla guerra in Iraq. Ebbene la Biennale di Venezia numero 54 che partirà il prossimo giugno del 2011 potrebbe nuovamente avere come protagonista l’Iraq. Questa volta però la nazione ha intenzione di partecipare attivamente alla kermesse invece che di ispirare agli artisti internazionali sentimenti di odio, disperazione e morte. La curatrice Mary Angela Schroth è infatti al lavoro assieme ad un team di artisti e curatori per creare un Padiglione Iraq, visto che la nazione non partecipa all’evento dal lontano 1976.
Mary Angela Schroth ha già in mente il nome della mostra che potrebbe prendere il titolo di Acqua Ferita e dovrebbe avere come protagonisti assoluti sei artisti nati in Iraq: Adel Abidin, Halim Al Karim, Ahmed Al Soudani, Ali Assaf, Azad Nanakeli e Walid Siti.Ovviamente la curatrice è attualmente al lavoro con le ambasciate internazionali e con il direttore della Biennale Paolo Baratta per richiedere una partecipazione ufficiale dell’Iraq e non un semplice invito ad esporre. Se tutto andrà per il meglio avremo modo di ammirare una creatività che dalle nostre parti, come nel resto del mondo, ha poco seguito ma che dovrebbe avere la giusta visibilità.