Conoscete Paris Hilton? Beh, certamente non saremo noi i primi a presentarvi la giovane, ricca e viziata nipote di Conrad Hilton, fondatore dell’omonima catena di alberghi di lusso che vanta un patrimonio di circa 800 milioni di dollari.
Come ben saprete negli ultimi anni Paris si è tolta ogni possibile sfizio, lavorando come modella, cantante ed attrice e catturando l’attenzione dei media che gli hanno dedicato fiumi di inchiostro e copertine a profusione. Ovviamente Paris è più famosa per i suoi eccessi che per le sue doti artistiche ma spesso e volentieri è stata capace di lanciare mode e tendenze grazie al suo status di “famosa per essere famosa”. Negli ultimi anni, l’arte contemporanea non ha risparmiato la bionda Paris bersagliandola in tutte le maniere possibili. Uno dei più celebri tentativi di sabotaggio ai danni della celebre bambina viziata è sicuramente quello operato da Banksy che nel 2005 sostituì in 48 negozi di dischi di Londra, alcune copie dell’album Paris con dei cloni recanti il volto della Hilton rimpiazzato da quello del suo cane. Tornando ai giorni nostri, a Parigi è in corso una mostra molto particolare che ha deciso di prendere di mira proprio la nostra povera Paris oltre ad altre icone mediatiche. Ad organizzarla ci ha pensato la Galerie Anton Weller che dal 1997 propone il lavoro di artisti emergenti che hanno la rara opportunità di esibire progetti fuori dal comune. La mostra in questione si intitola Even in Paradise, Apples Might Be Rotten (anche in paradiso le mele potrebbero essere marce) ed uno dei quattro artisti partecipanti, Max Boufathal ad essere precisi, ha creato una pericolosa installazione dedicata alla mitica Paris dal titolo Paris Hilton One Eight Seven. L’opera è in realtà una sorta di arma letale e ben si addice alla tematica della mostra che mira a ad identificare le icone del contemporaneo, rappresentate sotto forma sotto forma di soggetti aggressivi che in qualche modo agiscono come un veleno all’interno della società, intossicando le masse con falsi miti legati al commercio ed alla vanità. “Paris Hilton occupa senza ragione le nostre menti” ha dichiarato Max Boufathal. Come dargli torto.