Abbiamo più volte parlato della street art ed in particolare della graffiti art e dei murales in termini di arte o vandalismo. Fermo restando che certe manifestazioni ( i famosi scarabocchi ) potrebbero essere tranquillamente definite come volgari espressioni di squallidi imbrattamuri, i murales ed i graffiti eseguiti con coscienza e con la dovuta creatività sono comunque un patrimonio per la città e non un danno come a volte le istituzioni vorrebbero farci credere. Recentemente in Italia alcuni comuni hanno lanciato una vera e propria caccia alle streghe contro i poveri street artists, tartassati dall’inasprimento della legislazione.
C’è da dire però che a New York, patria per eccellenza della street art, le cose non vanno meglio e le insulse leggi sul decoro urbano a volte mietono vittime che nulla hanno a che fare con la street art. Ne ha fatto le spese la povera artista di Brooklyn Julie Torres che lo scorso 17 luglio si era tranquillamente recata all’incrocio con l’undicesima strada e Bedford per portare a termine un acquerello en plein air. L’artista non aveva di certo intenzione di dipingere sulle mura cittadine ma aveva solamente attaccato un grande foglio di carta per acquerello su di un muro ed aveva iniziato a dipingere, godendosi la tiepida brezza estiva. Ovviamente la povera Julie non poteva immaginare a quale terribile esperienza stava andando in contro con quell’ingenuo quanto artistico gesto. Verso le due del pomeriggio due poliziotti in borghese sono scesi da un’auto civetta chiedendole i documenti e d intimandole di salire in macchina con loro. L’artista sulle prime ha pensato a due maniaci ma i due hanno prontamente mostrato i tesserini e l’hanno fatta salire con la forza.
“Sono stata arrestata per aver eseguito dei murales sulle mura cittadine ma io non stavo creando nessun murale, stavo solo dipingendo su di un foglio di carta che avevo temporaneamente attaccato al muro per facilitare l’esecuzione del dipinto” ha dichiarato Julie Torres, terrorizzata dalla surreale vicenda. L’artista ha passato 23 ore in una piccola cella in compagnia di altre 20 donne, alcune delle quali alquanto violente e con una piccola toilette in comune. Poi ci lamentiamo dell’Italia.
photo by Marcos Caceres
DANX 21 Settembre 2010 il 00:50
pezzi di merda!
però le città sono piene, in compenso, di pubblicità tutte uguali che spingono allo sperpero e alla distruzioni oltrechè all’omologazione delle città oltrechè dei nostri gesti..che schifo di mondo!!
Micol Di Veroli 21 Settembre 2010 il 20:32
Veramente una storia surreale,
torna a trovarci Danx