L’opera Domus apre il 12 ottobre il quarto e ultimo appuntamento con le “installazioni d’artista” a Palazzo Valentini, intervallatesi in altrettante diverse date tra aprile e ottobre 2010. Con l’opera Domus, Marina Paris presenta un’installazione fotografica collocandola in uno spazio preesistente, che sembra tuttavia edificato appositamente per accogliere questo lavoro. Per Upside down l’artista rielabora lo spazio architettonico della sala manipolandone la percezione visiva e creando così un luogo dove si riconosce l’esile legame tra ciò che è vero e ciò che appare solamente verosimile.
Le potenzialità espresse nel superamento delle formalità dell’architettura sono, per l’artista, le lenti attraverso le quali poter leggere la realtà, fatta di infinite angolazioni che offrono chiavi di interpretazione sempre nuove. Un “sotto e sopra”, un “vero e falso” che formano un percorso nel quale non sempre è facile l’incedere a passo sicuro, e che impone continui interrogativi su quale strada intraprendere. Nel “doppio” risiede la chiave di una visione circolare della realtà, dove vero e verosimile hanno le stesse potenzialità di lettura e di attraversamento.Un’opera che si fa riconoscere lentamente nello spazio della sala e che aggiunge ambienti e vie d’uscita.
La mostra viene inaugurata dal Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, martedì 12 ottobre (ore 18,30) presso la sala Stampa di Palazzo Valentini (apertura fino al 13 novembre 2010). Promossa dal Progetto ABC Arte Bellezza Cultura-Provincia di Roma – in collaborazione con il CIAC di Genazzano –, la mostra di Marina Paris conclude un ciclo quattro installazioni d’artista che hanno avuto la durata di un mese ciascuna, curato da Claudio Libero Pisano.
In Upside Down è la storia stessa di Palazzo Valentini, in quanto luogo fisico, ad esser messa in risalto, attraverso la creazione di un ideale “ponte” tra la sua storia e gli esiti della ricerca contemporanea, grazie anche alle opere di quattro artisti di chiara fama: Paolo Canevari; Marina Paris; Maurizio Savini; Donatella Spaziani. La fisicità del seicentesco Palazzo è, insieme, contenitore di esperienze artistiche che formano una “mappa” tra passato e presente in una continuità e linearità che solo una città come Roma, assieme al suo territorio circostante, riesce a riprodurre nel tempo ininterrottamente. Queste quattro installazioni d’artista rendono il Palazzo protagonista per trasformarlo di volta in volta al fine di evocarne la forza simbolica, ora in modo ironico ora attraverso la monumentalità di un singolo elemento che ne evidenzi l’essenza della Memoria nel corso dei secoli. Il punto di vista di ogni artista sollecita nel visitatore queste diverse linee di lettura, costituite da un indissolubile legame nel tempo.