In America e nei paesi di lingua anglofona le chiamano Blockbuster Exhibitions termine che da noi si potrebbe tradurre come Mostre da botteghino. In pratica le mostre Blockbuster sono eventi dal successo già annunciato, la regola è sempre la stessa: si sceglie un’importante sede istituzionale e si programma una mostra con uno o più artisti di caratura internazionale o comunque ampiamente storicizzati.
Una campagna promozionale martellante completa il tutto ed al momento dell’apertura dei cancelli vedrete una bella fila di visitatori pronti a sborsare decine di euro per ammirare quattro dipinti risicati degli impressionisti francesi o l’ennesima collezione di schizzi di Degas o magari il meglio della produzione di Jackson Pollock che nella migliore delle ipotesi si risolve in qualche opera minore raffazzonata chissà dove. Ebbene si la febbre da Blockbuster non ha risparmiato nemmeno l’Italia dove spuntano come funghi eventi che hanno il solo scopo di incassare un mucchio di soldi con tanto di catalogo dal prezzo sbalorditivo. Già perchè in questo genere di mostre come detto non si ha l’opportunità di ammirare le opere più importanti di un dato artista, le informazioni storiche sono poche e mal fatte ed i testi critici sono del tutto assenti o incredibilmente scolastici.
Insomma di cultura se ne sbandiera parecchia ma se ne fa ben poca. Ultimamente l’Art Gallery of Ontario in Canada ha organizzato una mostra intitolata Drama and Desire, incentrata sui legami tra il teatro e la pittura del 18esimo e del 19esimo secolo in Europa. Per organizzare lo show, il museo ha fatto arrivare molte opere dal Louvre e dal Musée d’Orsay, entrambi a Parigi. Ci si aspettava un grande trionfo ma alla fine i visitatori sono stati solo 20.000, lasciando un buco di 3 milioni di dollari nelle casse del museo. Insomma a volte il Blockbuster può trasformarsi in un flop. Musei italiani siete stati avvertiti.