Torinomeforwe, quando il sociale incontra l’arte

di Redazione Commenta

Giovedì 14 ottobre inaugura all’ex- Arsenale Militare di Torino la mostra Torinomeforwe realizzata dalla Caritas Diocesana e dall’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo. Divisa in due sezioni, una di arte contemporanea e un’altra fotografica, desidera offrire alla città l’occasione per dialogare sul tema della RESPONSABILITA’ GENERATIVA sociale di fronte alla profonda crisi che ci sta attraversando.

10 artisti: Laura Ambrosi, Enrica Borghi, Fabrizio Esposito, Silvia Giambrone, Filippo Leonardi, Dario Neira, Opiemme, Yael Plat, Monica Saccomandi, Enrico Tealdi presentano 10 sguardi sulla città e le persone che la abitano, 10 declinazioni possibili di “con-vivenza”; – 15 sguardi di cittadini: il fotografo Stefano Videtta ha raccolto volti fuori dai luoghi comuni, legati insieme da un filo rosso che, segnando una comune appartenenza, li rende riconosciuti e riconoscibili. Gli artisti e la curatrice Susanna Sara Mandice hanno lavorato insieme per dare vita a una mostra che fosse non semplicemente collettiva, ma fondata sulla collaborazione e lo scambio, così da sperimentare in prima persona il tema al centro del progetto Torinomeforwe: “La Responsabilità generativa (…) che si fa carico del qui e ora e che contemporaneamente agisce per il bene collettivo, che è capace di gettare avanti lo sguardo, che osserva dettagli e contemporaneamente quadri generali, che apprezza il caos creativo e cerca la bellezza, che fa senza strafare e senza credere nel potere assoluto della tecnica e del sapere, che non sfrutta, che chiede in prestito e restituisce, che non disfa in continuazione ma porta a termine con la libertà della responsabilità”. La mostra è parte integrante di un laboratorio che si terrà a Torino il 14 e 15 ottobre 2010 per riflettere sull’argomento e resterà aperta dal 14 al 29 ottobre, presso l’Arsenale Militare eccezionalmente aperto per l’occasione, per poi cominciare il suo viaggio lungo la penisola.

La collettiva, allestita in uno spazio inusuale, volutamente non legato al jet set dell’arte contemporanea, conferma la volontà di favorire la nascita di un nuovo pensiero e la contaminazione tra saperi diversi. Dieci opere, oltre la metà delle quali site specific, trovano spazio nella penombra di un luogo la cui destinazione originaria è fortemente in contrasto con il lavoro che oggi realizziamo. Fotografia, video, pittura, installazioni, disegno, scultura… il confronto è aperto a tutti i media della creatività. Eppure nella differenza di idee, topoi e media, un filo rosso si snoda lungo la manica dell’ex Arsenale Militare: ogni opera cela numerosi sottotesti, interpretazioni non univoche che possono scaturire, di volta in volta, solo dalla relazione con il fruitore che contiene in sé, in un intreccio di fili rossi, la relazione tra il fruitore e la mostra, tra il fruitore e ogni singola opera, tra ogni opera con il contesto e così via… in una ricorsività viscerale che è emozione estetica e partecipazione sociale.

Photo: Silvia Giambrone, Se tu avessi potere per un giorno, cosa faresti?, 2010 (particolare dell’installazione)


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