Sebbene sia stata spesso annunciata, pare che la terza stagione di Masters of Horror venga definitivamente annullata. Il motivo dovrebbe essere un accorpamento tra le case di produzione e la successiva cancellazione di progetti precedentemente stabiliti.
Tuttavia le prime due serie sono già oggetto di culto per gli amanti del genere horror. Gli episodi non seguono le avventure di un protagonista, ma il loro fascino si basa soltanto sulla firma autoriale: sono girati e firmati dai grandi registi del genere, ovvero appunto dai “maestri dell’horror”. Un pò quello che avveniva nella fantascienza con la serie Twiligh Zone, da noi meglio nota come “Ai confini della realtà:” creata da Rod Serling alla fine degli anni cinquanta e che vedeva tra gli sceneggiatori Richard Matheson e Ray Bradbury.
Ed infatti il tentativo dei produttori di inoltrarsi nella fantascienza c’è pure stato: nel 2006 infatti network ABC e IDT annunciarono la produzione di Masters of Science Fiction. Furono realizzati solo sei episodi, trasmessi nel 2007, ma non ottennero gli stessi risultati, furono probabilmente sospesi a causa del mancato successo.
Di Master of Horror ne sono invece state realizzate finora tra il 2005 e il 2007 due serie di 13 episodi, tutti della durata di circa un ora; in italia è in onda spesso, potete vedere due episodi al martedì sera su Rai Movie, in tarda serata.
Il progetto nasce qualche anno fa per ideazione del regista americano Mick Garris per l’emittente Showtime. Mick Garris, noto sopratutto per le collaborazioni con Stephen King, nel 2002 invitò alcuni registi suoi amici ad una cena informale presso un ristorante a Sherman Oaks, California. Si trattava di garndissimi autori del genere horror: John Carpenter, Tobe Hooper, Joe Dante, Guillermo Del Toro, Larry Cohen, Don Coscarelli, Stuart Gordon, John Landis e Bill Malone. Leggenda narra che Del Toro coniò il nome del gruppo rivolgendosi ad una signora che celebrava il compleanno nello stesso ristorante, ed in pratica dicendole che i “maestri dell’orrore” le facevano gli auguri.
Successivamente Garris organizzò cene regolari con il gruppo, alle quali invitò anche altri registi. La serie prese il via. La cosa che mi sorprende è che alcuni episodi portano ad un livello molto alto perfino la produzione del regista, ovvero non delle parentesi, ma veri e propri tasselli della sua poetica: così succede che Carpenter, da tempo assente dalla scena diriga un episodio bellissimo: Cigarette Burns che ricorda da vicino “Il seme della follia”; ma sopratutto succede, cosa ancor più strabiliante, che i due episodi del nostro Dario Argento, “Jennifer” e “Pelts” siano di un livello esageratamente più alto dei suoi ultimi film usciti in italia, perfino come trama, recitazioni, sceneggiatura… come commentare questo non so… mezzi migliori e maggiori budget soltanto?