Mercoledì 27 ottobre 2010 Velan di Torino ha il piacere di inaugurare DRUNK, una personale dell’artista svedese Annika Larsson (Stoccolma, 1972) a cura di Francesca Referza. DRUNK – spiega l’artista che vive e lavora a Berlino da due anni – è un video quasi completamente silenzioso (il livello sonoro è regolato in modo da risultare quasi non udibile). Le azioni dell’ubriaco vengono compiute praticamente nel vuoto e solo l’acustica della stanza e la presenza degli spettatori generano il suono. DRUNK non aveva script, solo un insieme di regole, ed è stato girato nel mio studio con un giovane attore che beveva e gradualmente perdeva il controllo davanti alla macchina da presa.
L’idea di DRUNK (2010) è nata da una ricerca fatta dall’artista su internet, ambiente virtuale in cui sono facilmente rintracciabili immagini reali dello status di ubriaco. Annika Larsson ha selezionato ed archiviato una serie di still da video, pubblicati da diversi utenti su YouTube, che documentano la casistica tragicomica degli effetti che l’alcool ha sulle persone. Quello che viene fuori da questa serie di immagini recuperate dalla rete è un universo allo stesso tempo attraente e respingente. DRUNK, presentato per la prima volta in Italia da Velan a Torino in occasione di ARTISSIMA 17, è una versione sublimata, attraverso l’estetica della Larsson, dell’iperrealtà della rete.
DRUNK a mio avviso unisce due degli elementi ricorrenti nella ricerca dell’artista svedese: la riflessione sui meccanismi di potere e di controllo (e della sua perdita) e la tendenza ad esercitare sui protagonisti uno sguardo prolungato e ravvicinato (ottenuto con movimenti lenti della macchina da presa) che asseconda, fino ad esasperarla, la condizione del voyer. La tensione psicologica che attraversa sottopelle molti dei video della Larsson, che si tratti di un discorso esplicitamente privato o meno, spesso è accentuata dal suono. Nei video più recenti, tuttavia, questo elemento, è stato progressivamente ridotto fino ad annullarsi completamente (o quasi) come in DRUNK, in cui l’audio ambiente è praticamente impercettibile.
Al pari del suono, il set di DRUNK è estremamente minimale: una stanza completamente bianca, il giovane attore, nella cui persona l’unica concessione pittorica, è il colore dei capelli, un malinconico retino da pesca anch’esso bianco ed un uccellino, la cui disorientata presenza, nello stesso ambiente del giovane attore ubriaco, da all’insieme un forte senso di estraniazione. Il video è il risultato del non controllo del proprio corpo da parte del giovane attore a causa dell’alcool e del controllo a distanza da parte della Larsson.
Il video asseconda l’istinto voyeuristico di seguire, attraverso gli occhi della Larsson, i movimenti incerti dell’attore che sembra, bianco su bianco fisicamente annullato dallo spazio e alla cui immagine ridicola, fa da contrappunto la presenza intermittente del piccolo volatile in campo. La proiezione del video, è accompagnata da una ‘documentazione’ scritta. Si tratta di nove fogli A4 incorniciati, in cui l’artista ha registrato, trascrivendoli sulla carta, i dialoghi non-sense intercorsi tra lei e il giovane attore durante le riprese. Incorniciati, come se fossero una forma di scrittura automatica, assurgono a valore di documento pur, di fatto, non essendolo. Come nel video la presenza di un uccellino conferisce alla scena una forte connotazione grottesca e surreale, così l’idea di mettere in cornice e sottovetro dei dialoghi privi di nessi logici, che non si riesce a contestualizzare immediatamente, produce uno scollamento sinestetico che genera disagio.
Annika Larsson (Stoccolma, 1972), che lavora principalmente con il video, è una delle artiste più significative della Svezia. Il suo lavoro è stato presentato in mostre personali presso musei come Le Magasin, Grenoble, Kunsthalle Nürnberg, Museum für Gegenwartskunst, Basel, Sala Montcada – Fundacion La Caixa, Barcellona, ICA, Londra e prefisso Institute of Contemporary Art, Toronto, Canada. Presentato per la prima volta in Italia, presso il Velan Center di Torino, DRUNK è già stato mostrato da Tape a Berlino, al Grimm Museum di Berlino, a Oberhausen Filmfestival, Cinemateket a Stoccolma e, in autunno, sarà presentato al Tensta Konsthall, all’ Exnergasse Kunsthalle di Vienna e presso il KW Institute for Contemporary Art di Berlino.