BASE/Progetti per l’arte inaugura il 27 ottobre la mostra di Thomas Bayrle dal titolo Documentation of Rubbertree 1993 pensata appositamente per lo spazio di Firenze per riflettere sull’atto creativo, sulla condivisione di un’idea e sulla sopravvivenza della stessa con il passare del tempo.
La mostra è costituita da due video, uno visibile come videoproiezione e uno su monitor, che documentano e condividono con il pubblico i gesti ed i movimenti agiti intorno ad una pianta di gomma. Con quest’opera l’artista utilizza la sua riflessione sui patterns pittorici di origine geometrica stratificati alle immagini popolari non per dare vita ad una nuova icona da osservare, ma per mettere in scena il processo stesso con cui analizza i modi di relazionarsi a queste nell’era della società di massa. L’artista in un testo scritto nel 1995 assieme a Daniel Kohl descrive così il concetto relativo al progetto “Documentation of Rubbertree 1993”: “Il progetto Gummibaum (Albero della gomma) è iniziato con una serie di sfide, soprattutto di natura tecnica. Queste sfide all’inizio erano semplici, ma in breve tempo si sono trasformate in qualcosa di complesso. La produzione del progetto si è sviluppata parallelamente all’immagine che si proponeva di creare. A ogni passo successivo, il processo diventava più elaborato e di conseguenza l’immagine si arricchiva. Il nostro lavoro era focalizzato principalmente sullo sviluppo del processo, e il processo è coinciso poi con il lavoro stesso. Il progresso dell’opera era visibile indirettamente nei modi, tecnicamente diversi, attraverso i quali era possibile riempire i contorni delle foglie dell’albero della gomma. Direttamente questa evoluzione si può vedere nella documentazione del processo stesso… come l’immagine di un film fatta dal documentario della sua realizzazione. Il progresso può essere anche riconosciuto nei resti del materiale utilizzato per realizzare i nostri obiettivi. Le forme di questi mutevoli obiettivi personificavano il risultato finale – leggermente imperfetto – dell’operazione. Nella documentazione è risultato chiaro che, i movimenti di un gruppo di creature che hanno partecipato al processo di realizzazione, rispecchiano i movimenti ritmicamente ripetuti dello stesso albero della gomma.”.
Thomas Bayrle (Berlino,1937; vive e lavora a Francoforte) è stato uno dei fondatori del movimento pop in Germania insieme a Sigmar Polke e Gerhard Richter, ed ha influenzato la scuola di Francoforte sia come artista che come insegnante nel corso degli ultimi quarant’anni. Le opere di Bayrle (incisioni, collage fotografici, disegni, quadri, sculture, modelli tridimensionali ispirati alle piste per automobili giocattolo e carte da parati “psichedeliche”) sono costituite da moduli decorativi ottenuti dal contrasto tra l’uso di immagini “popolari” e il loro sviluppo in organizzazioni geometriche. Queste forme, come griglie, celle, tunnel, sono codificate nella memoria collettiva e permettono al singolo elemento, nel gioco della ripetizione, di dialogare con il tutto e viceversa, facendo compiere all’artista una riflessione critica sulla percezione visiva e allo stesso tempo sulla società dei consumi. Questo suo approccio, non solo estetico ma sociale, lo ha portato a mettere in relazione differenti campi della conoscenza come la nanotecnologia, la cibernetica, la pornografia, l’urbanistica, la pubblicità e l’architettura. L’arte è per Bayrle uno strumento per riordinare la realtà e i suoi significati; la sua opera è il risultato di un tentativo di comprendere il mondo, o meglio è la sua codificazione in strutture sociali, attraverso infiniti esperimenti dall’esito imprevedibile. Tra le sue molte partecipazioni a mostre internazionali ricordiamo: 53° Biennale di Venezia, Venezia, 2009; Biennale of Sydney, Sydney, 2008; Lyon Biennial, Lione, 2007; 4th Berlin Biennial: Of Mice and Men, Berlino 2006; Guangzhou Triennale, Guangzhou, Cina, 2005; Berlin-Moskau, Staatliche Tretjakow-Galerie, Mosca, 2004; 50° Biennale di Venezia, Venezia, 2003.