Scandalini e scandaletti di questa italietta dell’arte piccola piccola. In questi ultimi giorni Il Palazzo della Ragione di Verona ospita la mostra Artistica 2010, evento di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno di parlare vista la presenza di un nutrito numero di opere simil-Pollock e simil-Tamara De Lempicka ed altre manifestazioni del genere.
Il fatto è che per l’ennesima volta si è cercato di dare risalto ad una manifestazione anonima mediante il trucchetto dello scandalo. Stavolta ci ha pensato l’artista U.V. (omettiamo il nome per non fargli ulteriore pubblicità) che affrontando temi scottanti come l’aborto o la pillola Ru486 ha prodotto un’opera che prevedeva delle macchie di sangue lasciate colare sul pavimento. Il Corriere della sera ci informa che l’opera dell’artista si risolve in un ventre di una donna gravida squarciato di netto con un feto che fa capolino dall’interno, la mano di un manichino afferra un bisturi e apre un varco nel grembo materno. Sotto l’installazione c’è (o c’era) ovviamente una chiazza rosso sangue. Insomma già questa descrizione dovrebbe bastare a chiarirvi le idee. Se tutto questo non fosse abbastanza ecco che il Corsera aggiunge che lo scorso venerdì la macchia è stata lavata via per errore dal personale di pulizia ma la cosa ancor più sbalorditiva è che l’artista, accortosi dell’accaduto, ha ripristinato l’opera con tanto di chiazza vermiglia. Si va avanti così tirando in ballo Maurizio Cattelan ed altre pochezze del genere.
Ed allora ci chiediamo noi, dove è la notizia, di cosa stiamo parlando? Ma si sa, siamo in Italia ed i quotidiani nazionali si soffermano su queste chiacchiere da bar-sport, su questi accadimenti che tra l’altro potrebbero essere anche fittizi, invece di concedere spazio a mostre che ne avrebbero bisogno. La curatrice della mostra informa il pubblico di non aver cercato pubblicità e noi le crediamo. Si tratta però del secondo articolo che il Corsera dedica ad una mostra che avrebbe scandalizzato l’intera città. Ora però dobbiamo chiudere l’articolo poiché anche noi abbiamo parlato di questa vicenda e siamo perciò rei di alimentare tali facezie.