I LOVE MUSIC, a cura del critico Barbara Martusciello e di Giuseppe Stagnitta, organizzato da Takeawaygallery, è un progetto espositivo che inaugura a Roma giovedì 18 novembre 2010 e che si articola in tre appuntamenti espositivi, i successivi dei quali si apriranno rispettivamente giovedì 20 gennaio e giovedì 17 marzo 2011.
La mostra collettiva che coinvolge 20 fotografi e artisti che usano il mezzo fotografico i quali si confrontano con il tema della musica in tutte le sue possibili declinazioni sono: Claudio Abate, Matteo Basilè, Emiliano Cataldo, Mimmo Cattarinich, Giovanni Cozzi, Angelo Cricchi, Francesca Da Canal, Nicola Di Caprio, Teresa Emanuele, Stefano Esposito, Ilaria Ferretti, Rodolfo Fiorenza, Carlo Gallerati, Guido Laudani, Rosetta Messori, Claudio Palmieri, Nicolaj Pennestri, Arash Radpour, Fernanda Veron e Pino Settanni – recentemente scomparso, al quale sarà dedicato un particolare omaggio a chiusura della manifestazione alla quale aveva aderito con grande entusiasmo – evidenziano come tra le Arti visive e la Musica ci sia sempre stato un profondo rapporto basato su citazioni, connessioni, affinità e contaminazione linguistica. Musa ispiratrice o soggetto privilegiato nelle immagini e nelle opere in mostra, la musica è incarnata in ritratti di grandi personalità del settore – come Patty Pravo, Gianna Nannini o Frederic Rzewski –, è focalizzata da zoomate, sia a colori che in bianco e nero, su concerti e parate ed è protagonista nelle diverse coniugazioni degli artisti visivi a ricordare come negli ambiti della ricerca estetica si sia passati dalla rappresentazione del tema nelle allegorie e nei vari concerti campestri, all’abbattimento delle barriere tra le Arti. Dalle Avanguardie storiche come il Futurismo, da Vasilij Kandinskij, Paul Klee, o Piet Mondrian, la liaisons Arti-Musica si radicalizza in Fluxus, nei concerti-happening e azioni che hanno portato l’Arte, la Vita e la Musica a sperimentarsi in un flusso continuo. Mai interrotto: come nella collaborazione di Peter Blake per la copertina di Sgt. Pepper’s lonely hearts club band dei Beatles; o di Mario Schifano con il complesso beat-psichedelico Le Stelle di Mario Schifano, con copertina d’autore magnifica e due concerti – nel 1967 al Teatro di via Belsiana e poi al Piper – che Schifano concepì in forma di evento d’avanguardia.
Simili contaminazioni tra linguaggi erano di casa alla Factory di Andy Warhol, dove si incontravano e cooperavano le diverse discipline sotto l’attenta supervisione della star della Pop Art che, tra l’altro, supportò i Velvet Underground e li caratterizzò visivamente nella famosissima copertina dell’album d’esordio The Velvet Underground and Nico (marzo 1967), così come fece per i Rolling Stones, firmando la celebre lingua-logo in Sticky Fingers. Accanto, non vanno dimenticati lavori come Omaggio a Billie Holiday di Pino Pascali e l’esperienza di Kounellis che mise in scena, come opera d’arte, una danzatrice o alcuni musicisti davanti a un suo immenso quadro solcato dalle note musicali.
Questa collaborazione tra Musica e Arte, qui appena accennata è, naturalmente ampia, complessa, reticolare e tocca tante aree della creatività: prosegue sino ad oggi per comprenderci tutti all’interno di uno slogan, I Love Music, che è la cifra portante di queste mostre e delle opere che si espongono al confronto con il pubblico della notte e della cultura in un’unica, grande fruizione collettiva.