La galleria Lia Rumma di Milano inaugura il 12 novembre la mostra personale di Joseph Kosuth dal titolo Texts for Nothing’ Samuel Beckett, in play.
L’installazione ‘Texts for Nothing’ Samuel Beckett, in play è basata su una selezione di frasi, in inglese e in italiano, tratte da ‘Texts for Nothing’ di Samuel Beckett e composta da 19 opere singole realizzate in neon bianco a luce calda e ricoperte di nero. I ‘Texts for Nothing’ sono stati per anni sottovalutati dai critici più importanti dell’opera di Beckett, considerati al margine del filone principale della sua produzione e raramente inseriti nelle antologie dei suoi lavori. Se in passato questi testi sono stati ritenuti spesso una pausa nell’opera di Beckett, per Kosuth al contrario rappresentano la quintessenza del lavoro del drammaturgo irlandese, un esempio perfetto della sua eccezionale integrità artistica. Il progetto intellettuale ed artistico di Beckett è stato parallelo a quello di Kosuth per quanto riguarda un aspetto preciso e fondamentale del loro lavoro: in entrambi la pratica artistica mostra un forte interesse nella relazione con il significato. Beckett affronta la questione del significato a partire dalla sua assenza, mentre Kosuth al contrario si focalizza verso la produzione di significato. Per l’artista americano, Beckett rispecchia alcune origini della sua ricerca, ed è evidente che questo punto di partenza comune abbia avuto ripercussioni negli intendimenti di Kosuth e dato inizio allo sviluppo del nuovo progetto in mostra oggi. I ‘Texts for Nothing’ sono inoltre i meno narrativi tra tutti gli scritti di Beckett e quindi i più utili a Kosuth come materiale per il suo lavoro. Per entrambi si tratta di un processo che ha un inizio e che non ha una fine. Costituendo linguaggio in sé, il lavoro si autodescrive come un’assenza, un’assenza dalla quale possono fluire le nostre domande sul significato.
Al primo e al secondo piano della galleria, la mostra ‘An Uneven Topography of Time/Un’Irregolare Topografia del Tempo’ presenta nove opere storiche di Kosuth legate al tema del tempo, realizzate in un intervallo di oltre quarant’anni. Questa parte della mostra è quasi una linea temporale auto-riflessa dell’artista, che racchiude in sé il riferimento al ‘tempo vuoto’ di Beckett e insieme sottolinea il rapporto professionale di lunga data di Kosuth con la galleria. Lia Rumma inaugurò infatti, nel 1971, la sua prima galleria, quella di Napoli, con una personale di Joseph Kosuth ‘L’ottava investigazione (A.A.I.A.I.)’ e da allora il tema del tempo è rimasto centrale tra loro.