La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 12 novembre la mostra personale di Darren Almond dal titolo As it is. Il continuo interesse di Darren Almond per le tematiche del tempo e luogo e per la memoria personale e collettiva portano, questa volta, l’artista inglese a confrontarsi con La Divina Commedia di Dante Alighieri e ad ispirarsi al viaggio, narrato nell’opera letteraria, dall’Inferno al Paradiso, attraverso il Purgatorio. Le riflessioni e le ricerche di Darren Almond, sono evocate, in mostra, dai suoi ‘trainplates’. In Inghilterra, cosi’ come in altri paesi, le cerimonie di inaugurazione di un nuovo convoglio sono caratterizzate dall’atto di apporre una targa in metallo, con inciso il nome scelto per il treno, su entrambi i lati della locomotiva.
Spesso con il tempo, il nome scelto viene associato alla tratta percorsa, e quindi ad un viaggio specifico. Deriva da cio’ la scelta di Darren Almond di utilizzare proprio i trainplates, che, posti lungo le pareti della galleria, disegnano un percoso che giunge (o ha inizio) dall’opera INFERNO, PURGATORIO, PARADISO, 3 sculture rispettivamente in ferro, alluminio e bronzo sulle quali sono incisi i nomi delle tre Cantiche dantesche. Simbolicamente presentato al centro dello spazio espositivo e’ il video “Bearing”. Darren Almond riprende la giornata lavorativa di un minatore nel vulcano sulfureo sull’isola di Java, in Indonesia.
Le immagini seguono il lavoratore lungo il percorso che va dalla raccolta dei pesanti blocchi di zolfo fino all’estremità del vulcano. L’ambiente in cui lavora e’ immerso in un fumo acido e l’unica protezione non e’ altro che un frammento di tessuto logoro sulla bocca. L’artista inglese, proveniente da una famiglia di minatori, conosce personalmente la sofferenza di queste persone, e sottolinea che il suo video non e’ un documentario ma la raccolta di pure emozioni.
Darren Almond, nato nel 1971 a Wigan, UK, vive e lavora a Londra. Torna alla galleria Alfonso Artiaco dopo le mostre del 2005 e del 2007. Ha partecipato a numerose and importanti mostre collettive tra le quali: ‘Sensation’ (1997-1999), Biennale di Berlino (2001), Venice Biennale (2003), The Busan Biennale (2004) The Turner Prize, Tate Britain (2005), Biennale di Mosca (2007), e la Tate Triennial, Tate Britain (2009). Tra le mostre personali: The Renaissance Society, Chicago (1999), De Appel (2001), Kunsthalle Zürich (2001), Tate Britain (2001) and K21, Düsseldorf (2005), Museum Folkwang, Essen (2006), SITE Santa Fe (2007), and Parasol Unit (2008).
Sempre il 12 novembre Marco Neri presenta nel Project Space la mostra personale dal titolo Underworld. L’artista romagnolo e’ impegnato da diversi anni sul ‘riscatto della pittura […] al cospetto dei media che diffusamente (sono) ritenuti piu’ attrezzati ad interpretare il nostro tempo’ (Alfredo Sigolo). Dalla cultura tradizionale, Marco Neri, recupera il genere del ‘paesaggio’, sul quale incentra la sua ricerca formale aprendo nuove possibilità nel panorama pittorico contemporaneo.
Nato a Forli’ nel 1968, vive e lavora a Torriana (Rimini) e Ravenna, dove e’ docente di pittura all’Accademia di Belle Arti. Nel 2001 ha partecipato alla Biennale di Venezia a cura di Harald Szeemann con ‘Quadro mondiale’, lavoro composto da 192 tele raffiguranti le bandiere di tutte le nazioni, che campeggiava sulla facciata del Padiglione Italia. Negli ultimi anni ha realizzato numerose personali in Italia e all’estero, tra le quali “Omissis” al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e “Malerei” al Diozesanmuseum di Monaco di Baviera.
Marco Neri ha scelto di esporre nello spazio di Piazza dei Martiri la recente evoluzione dei suoi dipinti di ‘paesaggi antropizzati’. Le architetture irreali o ‘paesaggi con figure’, altrettanto ideali, puntano proprio all’immaginario sottotraccia, all’“Underworld”. Nonostante i suoi lavori non tradiscono mai il dato di realtà a cui rimandano, le linee architettoniche ritratte si confondono in un intreccio di linee parallele e punti luminosi che ‘intercettano ortogonalmente lo sguardo’ dello spettatore (A.S.) La sintesi formale e la sempre maggiore riduzione della gamma cromatica coinvolgono il fruitore in una atmosfera dal forte potere evocativo. “…quanto a me, posso dire che la pittura e’ il corpo dell’immagine, profondità in superficie, traccia di vita, tempo trasformato in spazio, mezzo di trasporto psichico, organizzazione spaziale e sogno ad occhi aperti, e poi e’ insieme viva, carnale, eppure immortale.” (Marco Neri)