Il progetto FLUXUS BIENNIAL, curato da Achille Bonito Oliva per l’Auditorium, è strutturato in una serie di “piccole grandi mostre” di alcuni protagonisti di Fluxus. Attorno a ogni appuntamento espositivo è abbinato un calendario di concerti e performance, storiche e contemporanee, che coinvolgono artisti ai quali viene chiesta una rilettura di quello spirito di immediatezza e di relazione/interazione con l’individuo alla base della filosofia e dell’estetica “intermedia” Fluxus.
Dopo George Maciunas e George Brecht, sarà la volta di Wolf Vostell. La mostra, allestita in AuditoriumArte, si inaugurerà il 19 novembre e resterà aperta al pubblico fino al 9 gennaio. In occasione dell’inaugurazione, si terrà la performance degli Staalplaat Soundsystem. L’evento è un appuntamento di After fluxus, la rassegna di concerti e performance fluxus, storiche e contemporanee.Wolf Vostell (Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998) è stato una figura chiave delle avanguardie internazionali sviluppatesi a partire dalla fine degli anni cinquanta, inventore dell’Happening in Europa, fondatore della storica rivista Dé-coll/age, artista chiave per gli sviluppi della storia del movimento Fluxus, testa di ponte tra le avanguardie americane e quelle europee. La sua esperienza nel gruppo Fluxus di George Maciunas inizia nel 1962. Nell’ambito di Fluxus sperimenta e mette a punto l’assemblamento di oggetti diversificati nei collages, la separazione di elementi strettamente legati nei dé-coll lage, la manipolazione delle immagini televisive e dei video.
Dagli esordi avvenuti nel 2000, Staalplaat Soundsystem ha creato una moltitudine di installazioni basate su suoni meccanici usando ogni sorta di elettronica di consumo. Le performance più memorabili che ha realizzato includono Floating Islands, un’imponente installazione di suoni e luci nel fiume Sprea, un’orchestra galleggiante composta da cinquanta aspirapolvere, bottiglie di plastica e luci. L’elemento interattivo della produzione di Staalplaat Soundsystems si è rivelato in Sale Away, un’installazione democratica che esplorava l’influenza degli spettatori sull’opera: semplicemente usando il telefono cellulare, le persone erano in grado di creare una complessa orchestra meccanica. Il più recente Architectone segna un’intensa accelerazione nello sviluppo artistico volta a creare un’arte del suono in uno spazio pubblico. Diverse composizioni per edifici, un parco e una stazione ferroviaria sono state prodotte in collaborazione con architetti e altri artisti attivi ed esperti in questo campo. Si esplora la struttura, la forma e la funzione dell’istituzione vista come fonte di suono, come strumento nonché come filtro fisico. Il principio è quello di aiutare gli ascoltatori a sentire suoni a cui di solito non prestano attenzione, o che quantomeno non sempre riconoscono come musica. L’applicazione dello stesso principio al nostro corpo, lo spazio più privato che possediamo, produce un intimissimo confronto tra il pubblico e il nostro lavoro in The Ultrasound of Therapy: l’installazione offre ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza sensoriale unica e personale imitando un ambiente clinico.
L’iniziatore di Staalplaat Soundsystem, Geert-Jan Hobijn, è grafico, curatore e artista del suono. Gli altri membri del collettivo sono Carsten Stabenow, fondatore del Garage Festival, direttore artistico e fondatore di tunedcity.net e del media lab dock-berlin.de, il quale cura e organizza diversi festival di media art e sound art; Carlo Crovato, che lavora anche come solista con lo pseudonimo di plastic-electrics; e Jens Alexander Ewald, sviluppatore di software e ricercatore alla Muthesius Academy of Fine Arts and Design di Kiel.