Torniamo oggi a parlare di Tracey Emin, la peperina della Young British Artists generation aveva deciso di sospendere per un poco le sue azioni provocatorie per gettarsi a capofitto nell’impegno sociale. Assieme a Paula Rego, Maggi Hambling, Gordon Cheung, Humphrey Ocean e ad altri 200 personaggi, la celebre artista inglese doveva infatti partecipare alla mostra 400 Women, evento in memoria delle migliaia di donne messicane morte o svanite nella città di Juarez.
L’evento si è aperto il 12 novembre alla Shoreditch Town Hall di Londra e rimarrà in visione fino al prossimo 28 novembre. Tutto scorre direte voi, ed invece ecco il fattaccio. Il problema è che per “questioni personali” poco chiare, Tracey Emin ha deciso di ritirarsi dalla mostra a pochi giorni dall’inaugurazione, gettando gli organizzatori in un profondo imbarazzo e costringendo i giornali ed i magazine d’arte a ricorrere ad errata corrige dell’ultima ora. Agli artisti partecipanti erano state consegnate fotografie e nomi di 3000 donne scomparse negli ultimi 15 anni a causa del cartello della droga, delle violenze domestiche e del traffico di organi. Gli artisti in seguito hanno creato un’opera a partire dalle foto o semplicemente dai nomi. Dopo alcune ricerche noi di Globartmag abbiamo scoperto alcuni piccanti retroscena pubblicati dal Sydney Morning Herald.
Ebbene attualmente Tracey Emin (stando a quanto dichiarato dalla stessa artista) sta assumendo forti dosi di morfina a causa di una brutta caduta dalle scale occorsa alcune settimane fa. L’artista ha riportato la frattura di due costole e quindi non ha potuto lavorare serenamente alla mostra. Il dottore aveva ordinato all’artista di non muoversi ma la peperina ha deciso di volare fino a Sydney per l’inaugurazione della sua mostra personale dal titolo Praying to a Different God ospitata dalla galleria LoveArt. In questi giorni inoltre l’artista partecipa alla mostra The Art of Chess alla Bendigo Gallery di Victoria, sempre in Australia. Insomma tra mostre, costole rotte e morfina, Tracey Emin ha perso per strada l’impegno sociale.