La galleria Z2O di Roma inaugura il 7 dicembre la mostra personale dell’artista Silvia Camporesi. Il progetto dal titolo Sifr – La distanza canonica è la terza parte di un lavoro, portato avanti da alcuni anni, che analizza il rapporto fra corpo e spirito, tema costante della sua ricerca artistica.
Dopo Dance dance dance-la nuotatrice e Secondo vento-la karateka, l’artista dedica Sifr alla disciplina sportiva della corsa, offrendo una personale riflessione sul modo in cui, a partire dal corpo e dallo sforzo fisico, si possa arrivare ad una evoluzione spirituale. La mostra si articola intorno ad un lavoro video in cui l’artista, che fatalmente in questo caso diventa anche la protagonista, si ritrova ad affrontare un percorso mettendo alla prova le emozioni del proprio essere: l’azione della corsa, con le fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione di chi la prova. La corsa come valore e strategia di sopravvivenza, la corsa che con uno scarto di qualche frazione di secondo è sufficiente a dare alle vicende della nostra esistenza uno svolgimento del tutto differente, la corsa come sorta di purificazione e rigenerazione attraverso l’eliminazione delle tossine.
Silvia attraversa paesaggi a lei cari della provincia di Ravenna, corre tra le saline di Cervia, bianche come la neve, e i fitti boschi. Supera nebulose ciminiere e riserve naturali, affronta le difficoltà del terreno, lotta contro il vento. La sua gonna-paracadute è pesante e leggera allo stesso tempo, come pesanti e leggere sono le tappe della nostra vita. Il suo percorso, come metafora di un cammino spirituale, diventa un viaggio infinito. Di fronte a lei, sospesa, una scala composta da sette pioli che simbolicamente unisce terra e cielo.
L’azione della corsa unitamente alla ritmica della performance ritornano come esperienza visiva anche attraverso una serie di immagini fotografiche che scorrono sulle pareti della galleria. Una sequenza di paesaggi esteriori e mentali, inquadrature fermate nella mente della protagonista, dettagli intimi che sfumano l’uno nell’altro come linea e colore in perfetta sintonia. Completano il suggestivo percorso due “foto in movimento”, presentate in piccole cornici digitali, che testimoniano quei frammenti e passaggi della propria vita memorizzati visivamente.