Il prossimo 4 dicembre la galleria Monitor di Roma è orgogliosa di presentare Bettina Buck e Antonio Rovaldi in una doppia personale che vede gli artisti impegnati in due progetti dai toni intimi e raccolti, in cui la componente della memoria e del ricordo riveste un ruolo fondamentale. Platzhalter è la parola che dà il titolo al nuovo corpo di lavori dell’artista tedesca Bettina Buck che torna ad esporre negli spazi di Monitor dopo la prima personale nel 2005. Apparentemente concepita come una mostra site specific ideata sulla conformazione architettonica della galleria, Platzhalter (in italiano, segnaposto) traccia in realtà una sorta di punteggiatura mentale marcando, tramite interventi minimi, i quattordici angoli che delimitano la superficie dello spazio espositivo.
Le piccole e preziose sculture in bronzo esposte in mostra si riferiscono infatti non allo spazio della galleria ma ad angoli di studi di artisti incontrati da Bettina Buck in varie località europee. Realizzate tramite il calco di queste porzioni di spazio con schiuma autoespandente-materiale non perfettamente controllabile-esse rappresentano il risultato di un processo innescato dall’artista alla scoperta dell’alterità. Le componenti del viaggio e dell’incontro così come quelle del racconto e dell’ascolto vengono così utilizzate da Bettina Buck per la realizzazione di veri e propri segnaposti da inserire in uno spazio (quello della galleria) in cui viene delineata una traccia del movimento di pensieri privati, a volte intimi, tutti collegati tra di loro da un’idea, un rumore, un legame sottile ed impalpabile come un filo immaginario.
A distanza di cinque anni dalla prima mostra personale di Antonio Rovaldi, l’artista riprende il filo di un discorso mai interrotto, ispirandosi alla figura del celebre scrittore svizzero Robert Walser il cui corpo è stato trovato in un campo innevato il 25 Dicembre 1956. L’immagine fotografica del ritrovamento potrebbe essere il punto di partenza per A Roma domani nevica, in cui l’artista ricostruisce una geografia emozionale attraverso la vita di un poeta fino ad arrivare alla sua morte, confrontandosi con la distanza fisica e mentale che separa un luogo da un altro e usando la letteratura stessa come strumento di misurazione del paesaggio.
Ecco dunque che due bastoni da passeggio (L’alleanza perpetua), sotto forma di una scultura in ceramica smaltata d’oro, diventano due astratte linee luminose che tagliano e delimitano lo spazio della galleria, quasi a segnare la distanza tra due punti. Spazio, distanze, linee nel paesaggio: la serie fotografica Herr Erwin Brugger (17 Ottobre 2010) nasce dall’incontro dell’artista con l’uomo che ritrovò il corpo dello scrittore. L’osservatore è accompagnato lungo un vero e proprio sentiero della memoria, attraverso un bosco di Herisau (Svizzera, Cantone dell’Appenzell) percorso da Walser il giorno della sua morte e attraverso cui Rovaldi e Erwin Brugger-oggi pensionato di settantanni-si incamminano a loro volta a distanza di mezzo secolo. In occasione delle due personali di Antonio Rovaldi e Bettina Buck, la galleria Monitor organizzerà un brunch per il suo pubblico dalle ore 13 alle 16, con chiusura alle ore 19.