In questo blog abbiamo più volte parlato di varie forme di sfruttamento ai danni della giovane arte. Tra mostre a pagamento, opere vendute all’insaputa dell’ignaro artista, altre che si perdono nei meandri dei magazzini e quanto altro, la vita del giovane artista non è davvero facile. Ebbene allacciate le cinture e preparatevi ad un’ulteriore notizia: anche la vita del curatore indipendente non è sempre rose e fiori. Spesso i giovani artisti guardano al curatore come una figura in grado di fare il bello ed il cattivo tempo e non è raro trovare in giro sul web commenti del tipo: “I curatori campano alle spalle degli artisti”.
Vero è che sussiste nel nostro paese un tipo di curatela malevola e marchettara che riesce ad arrecar danni più che benefici ma la maggior parte dei giovani curatori indipendenti lavora con coscienza, segue gli artisti, osserva i loro sviluppi e promuove la loro creatività senza lucrare alle loro spalle. Ovviamente si deve tenere a mente che il curatore non fa parte dell’esercito della salvezza ed è quindi una figura professionale che deve essere retribuita. Ed invece sono sempre più frequenti le proposte del tipo: “ti piacerebbe collaborare con me? Per adesso ti propongo un piccolo rimborso spese ma più avanti ti potrei coinvolgere in progetti più remunerativi” oppure “ti vorrei coinvolgere in un progetto importante ma non c’è molto da guadagnare, ovviamente tutto ciò accrescerebbe il tuo prestigio” ebbene giovani curatori aprite bene le orecchie: il lavoro si paga, sempre.
Il curatore coscienzioso non è un poltergeist che si materializza in galleria, guarda le mura a braccia conserte e piazza due opere sfilando paperdollari a destra e a manca. Il giovane curatore indipendente come detto segue gli artisti, concepisce un progetto e redige i testi, attua una debita campagna pubblicitaria, installa o presiede all’installazione delle opere oltre ad una miriade di altri servizi accessori che variano di persona in persona. Tutte queste attività hanno un costo e producono costi, ergo ogni prestazione professionale deve essere remunerata a meno che non si pretenda di far vivere le persone di sola arte.