Conoscete Voina? Si tratta di un gruppo di artisti russi che solitamente realizza delle performance che si trasformano in vere e proprie manifestazioni di protesta contro l’oppressione di un regime che non concede libertà di stampa e di parola. Nel loro manifesto i Voina hanno proclamato che il loro intento primario è quello di creare un nuovo linguaggio dell’arte contemporanea costruito sull’arte stessa e non sugli interessi economici.
Tra le loro azioni più eclatanti ricordiamo l’enorme pene disegnato sulla pavimentazione del ponte mobile Liteyniy, il quale una volta sollevato per far passare le barche ha spiattellato in faccia al palazzo del KGB il gigantesco ed irriverente organo (65×23 praticamente da far invidia a John Holmes). Oggi siamo qui a parlarvi di un’azione di solidarietà nei confronti di Oleg Vorotnikov e Leonid Nikolayev due artisti facenti parte del gruppo che sono stati illegalmente arrestati e che si trovano attualmente in prigione. I due artisti sono stati trasportati sul pavimento di ferro di una camionetta, mentre venivano ripetutamente percossi sulla testa e sui reni e il loro volto era coperto da sacchetti di plastica. A provocare l’arresto è stata una spettacolare performance del settembre scorso a San Pietroburgo intitolata Palace Revolution. Nel corso dell’azione un team di 31 attivisti ha subito un duro scontro con le forze dell’ordine mentre stava protestando davanti al ministero degli interni.
Il fatto ha richiamato l’attenzione del nostro beniamino Banksy che si è subito schierato dalla parte del gruppo Voina. Lo street artist ha infatti prodotto una serie di stampe dal titolo Choose Your Weapon ed i proventi delle vendite (126.000 dollari circa) sono andati ai due artisti arrestati. C’è da dire che anche gli altri membri del gruppo non se la passano molto bene visto che Alexei Plutser-Sarno ha abbandonato la Russia perché minacciato di morte mentre Natalia Sokol ha subito la confisca del passaporto che in Russia significa non aver diritto alle cure mediche e non poter comprare biglietti aerei, una morte sociale insomma. Noi siamo dalla parte dei Voina e siamo inoltre contenti che Banksy stia dalla parte di chi lotta per i diritti umani e la libertà di espressione.