Parlare di baratto nel 2010 (quasi 2011) sembra una cosa ridicola ma possiamo assicurarvi che questa pratica di scambio di merci e favori vecchia quanto il mondo è in fase di rilancio. Anzi si potrebbe dire che il baratto è l’idea più cool del momento. Ad introdurre o se preferite re-introdurre tale pratica commerciale nel mondo dell’arte contemporanea ci ha infatti pensato Art Barter, una piattaforma creata da Alix Janta e Lauren Jones nel 2009 con una mostra a Londra in cui figuravano opere di 50 artisti come Tracey Emin, Tim Noble, Gavin Turk, Polly Morgan, Mat Collishaw ed altri artisti emergenti.
Le regole del gioco sono molto semplici, gli artisti propongono ad Art Barter le loro opere e la piattaforma organizza regolarmente delle mostre in luoghi prestigiosi di tutto il mondo. Per aggiudicarsi le opere i collezionisti possono offrire tutto tranne il denaro. L’ultima mostra di Art Barter si è tenuta al NP Contemporary Art Center di New York la settimana scorsa ed è stato un successo clamoroso. Alla mostra erano presenti pezzi di Poppy de Villeneuve, Michael Joo, Leigh Ledare, Terence Koh, Mick Rock, e Sasha Vine. Ma in sostanza come vengono pagati gli artisti? facile, nel corso dell’evento a Londra del 2009, Tracey Emin è stata ripagata con delle lezioni di francese e si è detta incredibilmente soddisfatta. A Collishaw invece è toccata una rilassante vacanza sulle coste del mediterraneo.
Ovviamente non mancano le offerte stravaganti, tra inviti a cena e vacanze c’è anche chi ha offerto la sua ex-ragazza e chi si è anche offerto per una “fellatio senza troppe chiacchiere“. Ma c’è di più, qualcuno ha anche offerto un rene, altri invece una cena con orgia annessa con 3 ragazze, droga e champagne inclusi, il tutto in una location da sballo. Insomma, dietro il nobile intento di ridurre la natura commerciale dell’arte contemporanea si nasconde il solito giocattolino per ricchi annoiati.