Vorremmo con questo articolo tenervi informati sui due casi di censura made in U.S.A. che in questi giorni stanno tenendo in scacco l’opinione pubblica e la comunità artistica internazionale. Iniziamo quindi da David Wojnarowicz contro la Smithsonian National Portrait Gallery di Washington DC. In questi giorni oltre 500 persone si sono riunite davanti al museo per protestare contro l’ormai celebre atto di censura.
Al grido di “Smithsonian, Stop the Censorship” e “Silence = Death” i manifestanti hanno ribadito il loro dissenso mentre ultimamente la Robert Mapplethorpe Foundation, la Warhol Foundation e la Calder Foundation hanno tagliato i fondi allo Smithsonian, vediamo quindi con quali soldi andrà avanti un museo che di fatto ha offeso il mondo dell’arte, la comunità gay e tutti coloro che lottano per i diritti umani. Stop the Smithsonian Now!
Parliamo ora del fronte MOCA contro lo street artist italiano Blu. Come già detto, alla cancellazione dell’ormai celebre murale raffigurante delle bare con biglietti da un dollaro sopra, ha fatto seguito la risposta di Blu che ha dichiarato: “Non ho inviato nessun disegno preliminare a Deitch ma chiunque mi inviti dovrebbe conoscere bene il mio lavoro” e facendo questo ha in seguito postato alcuni link ad immagini di alcune opere similari come una gigantesca mitragliatrice con bare che sembrano munizioni.
Dopo che Blu aveva passato sei giorni a lavorare all’opera, Jeffrey Deitch (di ritorno da Art Basel Miami) ha visto il murale ed è rimasto scioccato. Deitch ha poi invitato Blu a cena e dopo una gentile conversazione, il direttore ha suggerito all’artista di dipingere un murale differente in modo da “invitare la gente ad entrare nel museo”. Blu ha quindi rifiutato l’invito ed ha deciso di non firmare il comunicato stampa con le ragioni sulla cancellazione del murale. Blu ha inoltre dichiarato di non esser stato pagato per l’opera ma Deitch sostiene di aver sborsato 10.000 euro all’artista.