Il mondo dell’arte dimentica spesso un grande problema legato alla produzione creativa contemporanea sarebbe a dire la conservazione delle opere. Restauro e conservazione sono da sempre questioni spigolose per l’arte ed in passato azioni scellerate hanno procurato danni irreparabili a veri e propri patrimoni dell’umanità. Se si parla di scultura o pittura classica e moderna, le tecnologie a nostra disposizione ci permettono di intervenire in maniera proficua e soprattutto non aggressiva. Con l’arte contemporanea le cose cambiano,dagli anni sessanta in poi ad esempio molti artisti hanno fatto largo uso di materiali sintetici come il polistirolo, passando in seguito al più malleabile poliuretano espanso (Michelangelo Pistoletto, Jean Dubuffet, Stefano Arienti).
Parlando di polistirolo, il restauro di opere di Gianni Colombo ha presentato in passato notevoli problemi poiché il polistirolo in circolazione oggigiorno è sostanzialmente diverso da quello di 30 anni fa ed in aggiunta esso deve essere risagomato. Difficile anche il restauro di opere di Land Art come Spiral Jetty di Robert Smithson che sta lentamente affondando nelle acque del Great Salt Lake nello Utah. In questo caso specifico va detto che molte opere di Land Art vengono create proprio per essere riassorbite dalla natura e lo stesso Smithson, nel 2008,si è fermamente opposto ad un rocambolesco restauro. Anche la fotografia fine art è un altro osso duro. Il digitale ha aperto nuove strade agli artisti ma per quanto riguarda la stampa e la sua durata nel tempo bisogna compiere attente ricerche, utilizzare carta senza acidi, inchiostri al pigmento puro e via dicendo.
Insomma anche per quanto riguarda l’arte contemporanea, restauro e conservazione sono argomenti da maneggiare con i guanti bianchi. Questo perchè molte volte restaurare significa rischiare di cambiare totalmente la matrice estetica e concettuale di un’opera. Fortunatamente da diverso tempo si sono intrapresi studi metodologici e molte figure specializzate lavorano con il massimo della professionalità. Va detto però che con l’incessante ed imponderabile ricambio di tecniche e materiali, le difficoltà sono sempre in agguato.