Chi l’ha detto che devo parlare solo del presente… ci sono film nostalgici… e per avere nostalgia di quei film nostalgici bisogna che sia passato del tempo. Altrimenti non hanno ancora compiuto correttamente il loro corso.
Il film durante le cui riprese venne a mancare il nostro Gian Maria Volontè è il film di cui parlo. Girato dal regista Theo Angelopoulos nel 1995, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 48º Festival di Cannes. Lo sguardo di Ulisse è coprodotto da Grecia, Italia, Germania, Gran Bretagna e Francia. Bei tempi quelli delle coproduzioni.
Film di grande poesia, ma molto denso, molto carico. Un viaggio alla ricerca di uno sguardo innocente, di uno sguardo vergine, primario, lindo come il mare di Grecia, una storia che si svolge invece per strati, per onde, ma soprattutto per strati. Gli anni, le persone, le idee, i suoni, le scoperte, il cinema stesso, l’atmosfera rarefatta, pulita o nebbiosa, tutto si sovrappone, si amalgama e si percepisce come un sapore carico, importante, che viene dalla terra, dal profondo della storia. Gian Maria Volontè morì per infarto durante le riprese e venne sostituito da Erland Josephson.
È la storia di un regista greco in esilio ritorna a casa ed inizia un viaggio per i Balcani alla ricerca di tre bobine cinematografiche, date per perdute, dei fratelli Manakis, fotografi pionieri che introdussero il cinema nei Balcani all’inizio di un secolo ormai per noi andato anche quello: il Novecento