Dopo i clamori e le azioni spericolate degli anni ’60/’70 la performance art è giunta nel 2000 con rinnovate energie. Sempre più giovani artisti infatti si dedicano a questa difficile ma meravigliosa disciplina artistica e molti di loro sono capaci di grande visionarietà, proprio come i loro più illustri predecessori.Inoltre l’estremo successo di Performa, la biennale della performance di New York che nel novembre 2011 compirà il suo quarto compleanno, rende oggettivo questo sempre più crescente interesse che la performance art genera a livello internazionale.
In questi giorni il MoMa di New York mette in mostra un evento dal titolo Staging Action: Performance in Photography since 1960 (dal 28 gennaio al 9 maggio 2011) che analizza la storia della performance art attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. Video e fotografia si sono rivelati dei mezzi essenziali all’interno della performance art, questo poichè essi rappresentano un importante documento di ciò che è successo. All’interno del mercato dell’arte inoltre è proprio la fotografia a rappresentare la parte tangibile e mercificabile di una data performance. Molti artisti come George Macionus e Vito Acconci hanno invece usato il video e la fotografia come mezzo diretto su cui sviluppare l’azione performativa. La mostra, curata da Eva Respini (già curatore del dipartimento di fotografia della prestigiosa istituzione) affronta quindi i diversi usi del mezzo fotografico attuati da illustri nomi dell’arte contemporanea.
Dai test davanti alla macchina fotografica per indagare i limiti della mente e del corpo messi in pratica dall’ Azionismo Viennese (Rudolf Schwarzkogler, Hermann Nitsch e Günter Brus) negli anni ’60, fino all’uso della fotografia messo in pratica da Adrian Piper per documentare uno stato di isolamento fisico e mentale, la mostra offre numerosi spunti di riflessione su come la fotografia possa in qualche modo divenire performance. Ana Mendieta, Bruce Nauman, Arnulf Rainer, Rong Rong e tanti altri grandi nomi del contemporaneo contribuiscono a rendere questa mostra un evento davvero unico. Se vi trovate a New York in questi giorni non perdetevela.