Leggevo ieri su Exibart.onpaper la pregevole intervista di Massimo Mattioli a Vittorio Sgarbi sui nomi che il celebre critico/storico dell’arte avrebbe intenzione di piazzare all’interno del Padiglione Italia della Biennale di Venezia edizione 2011. Devo dire che le parole del Vittorione Nazionale mi hanno decisamente confusa. Ci sarà la presenza dei giovani artisti all’interno degli 89 Istituti Italiani di Cultura all’estero e vengono citati Luisa Rabbia, Andrea Galvani, Francesco Simeti, Andrea Mastrovito, Gaetano Pesce ed Eva e Franco Mattes.
Questo mi è sembrato un buon inizio ma per quanto riguarda il Padiglione Italia le cose sono un tantino incerte. Sgarbi parla di una presenza certa di Maurizio Cattelan e di Vanessa Beecroft ed Enzo Cucchi, collocati in una sede speciale. Personalmente ricordo di aver lanciato una fin troppo rocambolesca previsione in un articolo del 3 settembre 2010 dove verso la fine è possibile leggere:
“il celebre critico aveva già profeticamente annunciato la presenza di Carol Rama in una sua dichiarazione raccolta dal Giornale dell’Arte al momento della sua nomina a direttore della collezione del Maxxi di Roma: ‘In una collezione nazionale degna di tale nome dovremmo acquisire opere di Carol Rama, Giuseppe Pinot-Gallizio, Sergio Saroni ed Ottavio Mazzonis. E se abbiamo opere di Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft allora dovremmo avere anche Domenico Gnoli, Fabrizio Clerici e Carlo Guarienti’. Che siano questi i nomi degli altri protagonisti del Padiglione Italia?”.
Possibile quindi, secondo il mio modesto parere, la presenza di Carol Rama, Marcello Mariani, Fausto Pirandello e compagnia cantante. Nell’intervista di Mattioli Sgarbi cita anche i nomi di Cesare Inzerillo, Lino Frongia, Filippo Martinez, Luigi Serafini, Federico Bonaldi e Luigi Caccia. Insomma sembra proprio che il nostro Vittorione Nazionale abbia deciso di esprimersi attraverso metafore. Per ora nulla mi sembra in reale sintonia con quello che mi piacerebbe vedere all’interno del Padiglione Italia, spero però che le cose cambino e che Sgarbi abbia ben altri assi nella manica, altrimenti il confronto con gli altri padiglioni nazionali potrebbe rivelarsi decisamente imbarazzante.
Micol Di Veroli