La galleria Giò Marconi inaugura il 2 febbraio “Lunch Break”, mostra personale dell’artista californiana Sharon Lockhart. Lockhart propone film e fotografie che sono al tempo stesso estremamente rigorose sul piano formale e profondamente umane. Punto di partenza è l’osservazione della vita quotidiana nei suoi dettagli, mentre sul piano tecnico caratterizzano il lavoro la sperimentazione e il richiamo e la commistione tra i due media (film e fotografia).
Nel 2008 Lockhart, trasferitasi per un anno nel Maine, ha osservato per molti mesi i lavoratori del cantiere navale, creando con loro forti legami relazionali e poi collaborativi. I film e le fotografie che sono nati da questa esperienza hanno tutte come soggetto proprio i lavoratori durante la loro pausa pranzo. L’opera centrale della mostra è il film di Lockhart “Lunch Break”, un’unica ripresa in slow motion attraverso un lungo e apparentemente infinito corridoio interno. Per girare il film, Lockhart ha registrato una camminata di 10 minuti – usando per la prima volta una telecamera mobile – e ha poi impiegato la tecnologia digitale per prolungare il film fino ad una durata di 80 minuti. Il risultato è una sorta di meditazione, priva di sentimentalismo, sulla vita in fabbrica durante la pausa pranzo. Le attività dei lavoratori sono varie: alcuni leggono, altri dormono, parlano o mangiano. Alcuni si raccolgono in gruppi, mentre altri trascorrono il tempo in solitudine. La colonna sonora del film è composta da suoni di macchinari mescolati a voci che lentamente e drammaticamente si alzano e si abbassano tenendo lo spettatore in uno stato di suspence crescente.
Il film è presentato all’interno di una grande installazione, che è accompagnata da diverse serie fotografiche. La prima, composta di immagini singole, dittici e trittici ritrae le cassette da pranzo dei lavoratori, indagando su come le loro targhette, le etichette e i contenuti, i dettagli più minuti, al tempo stesso rivelino e nascondano le personalità dei loro proprietari e il loro particolare rapporto con il lavoro. La seconda serie consiste di immagini attentamente composte, che ritraggono i lavoratori mentre si attardano attorno ai tavoli da pranzo, richiamando e rivisitando la tradizione del ritratto di gruppo nella storia dell’arte. La terza serie si occupa dei piccoli traffici personali messi in piedi e autogestiti dai lavoratori e già documentati nel film “Lunch Break”. Le foto ritraggono baracchini di hot dog, tavoli pieni di snacks, piccoli punti di sosta caffè ecc..
Ultima, ma certo non di minore importanza, la serie di 8 bottiglie di birra “Eight Samples from James Benning’s Beer Bottle Collection” che si può dire riassume l’intero ciclo di “Lunch Break”.
Creato in un contesto politico ed economico come quello del ventunesimo secolo, caratterizzato dal capitalismo globale, dove la working class industriale degli Stati Uniti si riduce esponenzialmente finendo quasi per sparire, Lunch Break cattura un momento particolare che potrebbe presto far parte di qualcosa di passato. L’installazione occuperà il piano terra e interrato della galleria. “Lunch Break” è la seconda mostra personale di Lockhart presso la galleria Giò Marconi.