Tutti i fotografi professionisti e gli artisti che lavorano con questa meravigliosa tecnica sono anche dei profondi conoscitori del mezzo. Tra obiettivi, filtri, luci e diverse tipologie di pellicola (ancora per poco visto il ritiro dal mercato della mitica emulsione Kodachrome), ci si trova sempre più indaffarati, alla ricerca di una meta ambita, vale a dire un meraviglioso scatto capace di raggiungere la perfezione. Ed eccolo lì, il sudato esempio di Fine Art Photography, soggetto attentamente studiato, luce perfetta, ottimo contrasto ed una giusta profondità di campo.
Dopo lo scatto bisogna poi andarci giù duro con Photoshop, regolare i toni e quanto altro per far risaltare al meglio il lavoro svolto. Va da sé che tutte queste attrezzature costano tanti bei soldini ed i trucchi imparati durante anni ed anni di pratica difficilmente vengono svelati ad altri fotografi. E se un giorno tutta questa sapienza (che poi era doppia ai tempi della camera oscura e degli anni d’oro della pellicola) venisse riassunta da un piccolo aggeggio in grado di riassumere tutto in poco tempo e con poca fatica? andreste su tutte le furie, ne siamo certi. Stessa cosa è accaduta ai colleghi di Damon Winter, vincitore del terzo posto al prestigioso Picture Of The Year International con la sua serie fotografica A Grunt’s Life.
Winter ha eseguito dei bellissimi scatti di guerra con l’ausilio di un semplice iPhone e la decisione dei giudici di premiarlo ha scatenato molte controversie. Nella serie fotografica infatti i soldati e gli altri soggetti sono presentati all’interno di un’estetica che solitamente appartiene alle foto scattate ai party con gli amici. Questa tremenda immediatezza va irrimediabilmente a scontrarsi con la consona estetica drammatica infarcita di visioni grandangolari, propria delle immagini di guerra.
La fotografia di guerra è una sorta di momento sacrale per il fotografo e vederla resa così umana, così vicina da un “volgare” iPhone piuttosto che impreziosita da migliaia di costosissime lenti è una novità che non è stata ben digerita dai puristi. La verità è che ogni tipo di fotografia, anche il fotogiornalismo, rappresenta una verità alterata non una pura documentazione dell’evento. Quindi ben vengano le sperimentazioni estetiche lo-fi di Damon Winter, anche perchè a volte ci si stufa di ammirare la vita in bianco e nero.